POLEMICA

"Gli studenti non sono No Tav"

Gli universitari dell'Ateneo subalpino si dividono dopo le dichiarazioni contro la Torino-Lione della loro rappresentante durante l'inaugurazione dell'anno accademico. L'affondo dal San Luigi: "Non ci rappresenta, al nostro interno tutte le posizioni"

Chi l’ha detto che gli studenti sono No Tav? Il dibattito all’interno dell’Università di Torino scatta all’indomani delle dichiarazioni di Teresa Piergiovanni, presidente del Consiglio degli studenti, che ieri, in occasione della cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico ha schierato, di fatto, gli universitari subalpini contro la Torino-Lione: “Noi siamo con le comunità che ogni giorno lottano per i propri territori, come il movimento No Tav in Val di Susa, che ha una frontiera chiusa e invalicabile per chi migra, ma aperta ad una grande opera inutile e dannosa come il Tav” ha affermato davanti al Capo dello Stato Sergio Mattarella.

“Le dichiarazioni che la presidente ha fatto a nostro nome non sono state in alcun modo condivise con il Consiglio degli Studenti, pertanto non ci rimane altra scelta che esprimerci direttamente” e “dissociarci da questa presa di posizione”. A prendere posizione sono gli studenti di medicina e di scienze infermieristiche raccolti sotto la sigla Universitari San Luigi. “Il sostegno al movimento No Tav – proseguono - è materia complessa su cui gli studenti appaiono ancora in dibattito, ben lontani dalla compattezza che chi ci ha rappresentati all'inaugurazione ha voluto mostrare. Riconosciamo la presenza tra il nostro elettorato sia di sostenitori No Tav sia di Pro Tav, e crediamo che chi è stato eletto con un mandato ben preciso, rappresentare gli universitari di Torino in quanto studenti, non possa permettersi di presentare le proprie idee politiche in merito come condivise dalla totalità”.

Teresa Piergiovanni, 23 anni, è stata eletta lo scorso aprile da una platea inferiore al 10 per cento degli aventi diritto, cioè una sparuta minoranza rispetto alle migliaia di studenti dell’ateneo subalpino. “Pur condividendo alcuni passi del discorso, prima fra tutti la ferma contrarietà alla firma sul cosiddetto Decreto Sicurezza – concludono i futuri medici e infermieri - pensiamo che questa continua ricerca di una vetrina politica non faccia altro che allontanare i rappresentanti dalla propria base elettorale, e impoverire le battaglie di chi, in questa base, si spende quotidianamente per difendere le proprie idee. La nostra visione di rappresentanza prevede di ricercare quelli che sono gli interessi generali degli universitari, ritenendo il nostro elettorato abbastanza maturo da esprimere le proprie posizioni sul Tav Torino-Lione autonomamente, nei cortei e nei dibattiti a questo scopo organizzati”.

Ad alimentare le polemiche sull’alta velocità in Valsusa ci hanno pensato anche le bandiere No Tav all’interno del campus Einaudi. A protestare sono stati i consiglieri regionali del Pd Nadia Conticelli e Luca Cassiani che hanno inviato una lettera formale al rettore Gianmaria Ajani “per chiedere che all’interno degli spazi comuni del campus sia garantita la libera circolazione di idee e opinioni come è dovuto in una istituzione formativa pubblica e quindi siano rimosse le bandiere No Tav”. “Da settimane, quotidianamente, le bandiere No Tav vengono appese e rimosse all’interno della main hall del campus e ora campeggiano già da giorni sugli alberi dell’area esterna della Palazzina Einaudi - spiegano gli esponenti dem -. Chiediamo che all’interno dell’Università che è ente culturale e formativo sia tutelato lo spazio per il confronto e per la coabitazione di idee differenti”.

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