Oligarchie che accendono fuochi

I fuochi che nei giorni scorsi hanno illuminato les Champs Elysées nulla avevano a che fare con la Ville Lumiere in stile natalizio allestita dal municipio parigino, ma erano invece la vivida testimonianza di una Francia stremata e piegata al volere delle solite potenti lobby.

Il decennio in corso è stato forse il più paradossale per le forze progressiste europee. La schizofrenia degli esecutivi “Democratici” e di “Sinistra” si è svelata senza vergogna alcuna, mostrando pubblicamente la doppia personalità dei loro eletti dal popolo: il cuore rivolto a Marx e il cervello consegnato al grande capitale.

In quasi tutte le nazioni appartenenti al Vecchio Continente durante l’attività dei governi che si autodefiniscono di Sinistra, le condizioni sociali ed economiche dei settori popolari (delle categorie sociali fragili) sono drasticamente peggiorate. La reazione popolare a tale stato di cose, definito da molti come un tradimento verso le classi proletarie, è stata rabbiosa ovunque. Questa talvolta si è manifestata con il consenso elettorale diretto ai partiti cosiddetti “populisti”, oppure con manifestazioni di piazza stile “Forconi”. La stessa base militante che guarda a Sinistra è caduta in un’enorme stato confusionale in seguito all’abbandono ideologico praticato dai propri leader (come magistralmente dimostra la manifestazione Sì Tav indetta dalle oramai famosissime “Madamine”). 

Sin dagli anni ’90 i premier europei si sono illusi che affidandosi al Mercato fosse possibile regolare naturalmente i complessi meccanismi sociali: un’opzione dalle conseguenze drammatiche sul lungo periodo, come dimostrano il clamoroso restringimento dell’impegno pubblico sul welfare insieme alla negazione di tutele e garanzie in capo al mondo del Lavoro.

Con il passare del tempo tale situazione ha generato una sorta di oligarchia avallata dal voto popolare ma obbligata solamente nei riguardi dei poteri economici e finanziari. L’immagine consegnata alla cittadinanza dai propri governanti è quella di un legame stretto della politica con banche e finanza, un’unione che attraversa tutti gli Stati sino a sfociare e trovare casa nelle Commissioni europee.

“L’Europa chiede e noi eseguiamo”. Uno slogan ripetuto per anni da onorevoli e ministri che prova maldestramente a mascherare un banale dato di fatto, ossia quello di un’Europa che è la sommatoria delle singole istituzioni statali e non un corpo alieno paracadutato sulla Terra da una civiltà marziana.

L’agire legislativo nazionale, con il consenso di quello continentale, ha prodotto una stretta soffocante sui cittadini nel nome delle “Riforme”. È incredibile osservare come attualmente i partiti eredi della grande cultura Socialista novecentesca non siano in grado di comprendere quanto vedono accadere intorno a loro nel quotidiano.

Il paradosso del paradosso consiste proprio in esecutivi di Sinistra generosi nella distribuzione di malcontento ovunque (soprattutto nelle periferie), per poi in seguito stupirsi innanzi all’accusa di aver reso il terreno fertile alla crescita della xenofobia e dei movimenti politici di stampo qualunquistico. Un “populismo” sorto dalle ceneri delle ideologie sociali rinnegate a favore del paterno Mercato libero. 

In questi giorni Parigi è stata scossa dalle manifestazioni dei “Giubbotti Gialli”, tra le cui fila è facile rintracciare ex sostenitori del Presidente Macron, contro il quale ora puntano ora il dito per aver sacrificato il welfare (in passato molto forte in Francia) e azzerato la tassa patrimoniale. Nel nostro Paese la tensione non ha generato incendi, sino ad ora, poiché tenuta a bada dall’ultimo voto politico, anche se quotidianamente qualcuno prova a gettare benzina sulla brace ardente. Il combustibile a volte porta il nome di “Lotta all’immigrazione”, altre di “Alta Velocità e grandi opere”.

A Torino è andato infatti in scena il mondo imprenditoriale (democratico, forzista e filo europeo) radunatosi sotto i vessilli Sì Tav. Il treno ad alta velocità è l’esempio più efficace e limpido delle priorità date dall’oligarchia di potere.  La conferma giunge dalla linea Torino-Lecce, la quale sarà presto servita da un treno Freccia Rossa anziché Freccia Bianca. I passeggeri, in conseguenza alla scelta attuata dal sistema ferroviario, arriveranno a destinazione circa 43 minuti prima rispetto alla normale velocità di crociera ma subendo un rincaro medio di circa 20 euro.

Nel giro di pochi anni il costo del biglietto della tratta che unisce il Nord al Sud è raddoppiato, confermando ancora una volta come gran parte delle scelte amministrative e politiche ricadano sulla testa di coloro che sovente non arrivano neppure a fine mese.

Il Presidente Socialista Hollande verrà ricordato per la fuga in motocicletta dal sapore clandestino, mentre Macron passerà alla Storia come “l’azzeratore” dei diritti del lavoratori francesi. Renzi invece verrà citato per i suoi voltafaccia verso la Sinistra e le misure a sostegno dei trivellatori marini e delle banche. Nessuno di costoro verrà in futuro citato per azioni dirette al miglioramento delle condizioni dei loro cittadini meno agiati.

Il liberismo ha indossato i panni della Sinistra per privatizzare i servizi alle persone e impedire qualsiasi ipotesi di imposta patrimoniale. La brace cova sotto la cenere ovunque in Europa, e il fuoco che si potrebbe generare questa volta illuminerà purtroppo le baionette di chi getta i libri nel fuoco camminando con il passo dell’oca. 

print_icon