Nel nome di Brandt la riscossa di Laus

Il consigliere regionale prepara il lancio della componente liberal del partito democratico. Con un appuntamento romano in compagnia di D'Alema, Bertinotti e Salvati

Sulle orme di Giorgio Amendola, sulle tracce di Willy Brandt. È il cammino intrapreso da Mauro Laus, ipercinetico consigliere democratico di Palazzo Lascaris, in procinto di lanciare la componente liberal del partito. E lo fa ripassando i fondamenti del pensiero socialdemocratico europeo. A partire da un libro sulla storia della famiglia Amendola, scritto da Giovanni Cerchia presentato tempo fa a Torino in Sala Rossa. Ora il volume guadagna la ribalta nazionale e pianta una bandierina al centro del dibattito sul riformismo che sta costringendo il centrosinistra, non solo locale, alle grandi manovre.

 

Il lavoro, realizzato sotto l’egida della Fondazione torinese presieduta dall’ex consigliere comunale del Pci, il “migliorista” Prospero Cerabona, è un lavoro collettivo dedicato a quel pezzo di mondo che circondò e segnò in modo indelebile Giorgio Amendola, riformista in anticipo sui tempi di cui il testo approfondisce i temi più cari ed esalta l’attualità del pensiero, dalla questione meridionale all’Europa. Cerchia, professore associato dell’Università molisana, con la collaborazione di Simona Colarizi, ordinaria alla Sapienza di Roma, sfoglia l’album di famiglia degli Amendola e attraverso le immagini, i ricordi, gli aneddoti ripercorre i passaggi più critici della recente storia del Belpaese. Il libro contiene anche altri contributi, quasi tutti inediti, e non dimentica di omaggiare l’Amendola scrittore, autore di tre opere.

 

La presentazione romana è in calendario per il pomeriggio del prossimo 5 giugno, nella Sala della Mercede, e arriva a meno di tre mesi dal debutto torinese, ospitato a Palazzo civico nell’aula del Consiglio comunale. Ancora più ricco della prima volta, il parterre dei relatori, tra cui il “parolaio rosso” Fausto Bertinotti, oggi presidente della Fondazione Camera dei deputati, Massimo D’Alema, presidente della Fondazione Italianieuropei, Michele Salvati, economista e politologo, e i senatori Franca Chiaromonte ed Enrico Morando, oltre agli autori del volume.

 

Ma la regia dell’appuntamento, proprio come l’etichetta scientifica dell’opera, è tutta piemontese e porta la firma di quella associazione “Willy Brandt” che a Torino ha già fatto parlare a lungo di sé per l’appello dei suoi giovani a riformare il lavoro, per aver avuto ospiti del calibro di Pietro Ichino e Stefano Ceccanti, anch’essi a parlare di riforme, per avere messo a confronto comunismo e socialismo attraverso la testimonianza dell’ex sindaco Sergio Chiamparino e del leader del garofano Gianni De Michelis. Presidente onorario della “Willy Brandt” è proprio Mauro Laus, cui fanno capo una quarantina di amministratori locali di Torino e provincia, tutti di fede riformista che finiranno per avere un peso nella futura geografia del partito, dove le correnti stanno attraversando una nuova evoluzione. Dalla battaglia per il taglio delle poltrone Atc, agli appelli per lo snellimento della flotta di società partecipate, dall’intransigenza sulla tracciabilità delle risorse al dovere della politica di dare risposte in tempi certi, Laus ha già indicato la direzione ai suoi, ponendo l’identità riformista come parola d’ordine. Proprio in qualità di presidente onorario della Brandt, anche il consigliere regionale sarà a Roma per la presentazione del libro, accompagnato dalla segreteria del sodalizio, in cui figurano tra gli altri i consiglieri comunali torinesi Domenico Carretta e Gianni Ventura. Entro la metà di giugno sarà inoltre online il primo numero della rivista “Governare la città”, realizzata dall’associazione, altro segnale di mobilitazione che non passerà inosservato.

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