Vita (e morte) da cane

Quanta strada dobbiamo ancora percorrere per maturare la consapevolezza che la specie umana è una piccola cosa inserita, come il tassello di un mosaico, in un complessissimo quadro dalle tante componenti importanti. In sintesi l’Uomo è una minuscola figura che diventa invisibile se osservata dallo spazio.

Natura, foreste, flora, aria, acqua e animali sono altre parti fondamentali del grande puzzle denominato “Pianeta Terra”. Un corpo celeste, quello su cui viviamo, determinato a non rinunciare mai alla Vita che ospita in superficie e sempre pronto a farla risorgere dopo ogni estinzione di massa. Nel corso della sua esistenza il suolo terrestre è stato colpito più volte da meteore ciclopiche, le quali ne hanno azzerato l’esistenza riducendo tutto in lava e gas tossici, ma all’indomani della distruzione il mondo è ripartito regolarmente da capo coprendosi, con il passare delle epoche geologiche, di foreste e nuove specie viventi.

Gli uomini loro malgrado sono legati indissolubilmente alle altre specie animali a causa di un comune destino, e per tale ragione tenuti a difendere questa grande casa che ruota su se stessa girando intorno al Sole: non c’è scampo per l’Uomo nel caso si estinguano i mammiferi e gli esseri del mare (la riapertura della caccia alla balena in Giappone è l’ennesimo scempio a danno di tutta l’umanità).

È sufficiente una tempesta solare per creare grandi problemi alla nostra piccola esistenza fatta di bit ed energia elettrica. L’innalzamento di appena un grado della temperatura media terrestre può comportare cataclismi e decessi in tutti i continenti.

L’erede dell’Homo Sapiens Sapiens si crede immortale: padrone assoluto del cielo, della terra e del mare (come amava dire tempo addietro un dittatore in camicia nera e fez); dominatore dei propri simili più deboli e delle altre specie animali (ridotte a carne utile alla sua alimentazione); giudice inflessibile e sempre pronto a emettere condanne a morte a scapito della Natura stessa.

In questi giorni il popolo del web condivide e diffonde un video impressionante il cui ultimo fotogramma ritrae un corpo a terra immerso in un lago di sangue. Quel cadavere, su cui insiste impietosamente la telecamera, è quello di un cane trucidato dalla polizia spagnola.

La cronaca narra la successione degli eventi che hanno condotto a quell’ultima immagine. La bestiola apparteneva ad un giovane clochard, la cui esistenza era affidata alle strade di Barcellona. I due vagabondi erano amati dai residenti della zona dove si erano fermati da qualche tempo: cittadini che dispensavano affettuose carezze all’animale e cibo.

Purtroppo la polizia ha deciso improvvisamente, senza una reale ragione, di chiedere i documenti al ragazzo causando lo stupore dell’animale che ha incautamente abbaiato, decretando in tal modo la sua condanna capitale: un colpo di pistola ha messo fine alla sua esistenza.

Il video è davvero straziante. Alcune foto contenute al suo interno mostrano il cucciolone coccolato dai passanti per poi terminare con il suo corpo disteso su una pozza rossa. Un fatto dai contorni drammatici che rappresenta la punta di un enorme iceberg. Quotidianamente gli animali sono sottoposti a crudeli torture per il piacere di giochi assurdi (come la caccia); sono vittime dell’abbandono per noia e della soppressione perché “vecchi e impegnativi” (magari dopo aver regalato anni di gioia e allegria nelle “loro” case); sono oggetto dello sfruttamento da parte di un’industria alimentare spesso senza scrupolo alcuno. Lo status classico riservato agli esseri considerati “inferiori”.

Gli umani dimostrano la loro indole distruttiva sin da “cuccioli”. La consueta corsa dei bambini verso i colombi intenti a banchettare sul selciato, con lo scopo di schiacciarli (in assenza di qualche adulto che intervenga per mettere fine all’inseguimento assassino), rappresenta bene la totale assenza di rispetto nei riguardi degli animali sin dalla loro (nostra) tenera età.

Probabilmente corrisponde a verità l’accusa rivolta da alcuni animalisti ai propri simili per cui il nazismo è nel Dna della nostra specie. Quando riusciamo a non scagliarci contro quelli che alcuni ignoranti definiscono di un’altra “razza”, siamo comunque in gran parte orientati a considerare gli altri esseri viventi al pari di oggetti da nutrimento oppure giocattoli da gettare quando le pile si sono scaricate.

Spero che un giorno tutti riescano a sentire il cuore che batte negli altri esseri viventi, ne comprendano le emozioni nonché i sentimenti e la malattia. Noi umani sovente usurpiamo il ruolo divino e ci immedesimiamo in quello di giudici spietati. Il pianeta sta sprofondando sotto i nostri piedi grazie al mito del finto progresso e della superiorità umana: elementi cementificati dall’arroganza e dal potere del denaro.

L’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, era animalista in un’epoca dove difendere i diritti degli animali significava andare contro corrente, oltre rappresentare un’avanguardia culturale molto coraggiosa. Il condottiero aveva chiaro come la speranza per “il mondo nuovo” passasse anche per il necessario rispetto verso gli animali.

A Natale spesso si regala ai bambini un piccolo essere, che magari si ricopre d’amore solo fino all’Epifania. Le Feste diventano quindi il momento migliore per riflettere, rimettendo in discussione il nostro rapporto con questo pianeta e tutti i suoi abitanti.

Quel povero e innocente cane esanime nel suo sangue ha un ultimo compito a corona del suo assurdo sacrificio: dotarci tutti di una coscienza e di una nuova visione del nostro stare su questo immenso bene comune chiamato Terra. 

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