GIUSTIZIA

Piazza San Carlo, le parti lese vogliono i soldi da Appendino

Gran parte delle persone coinvolte in quel tragico 3 giugno rinuncia a rivalersi sulla banda dello spray. L'avvocato Biafora: "Noi ci concentriamo sulle gravi responsabilità di chi ha organizzato l’evento". Oggi l'ultimo saluto a Marisa Amato

Si profila come un processo con un numero assai ridotto di parti civili quello contro la cosiddetta banda dello spray per i fatti di piazza San Carlo, che comincerà domani a Torino nell’aula bunker delle Vallette. Quasi tutte le persone offese, secondo quanto trapela dagli ambienti giudiziari, non intendono costituirsi parte civile a carico dei quattro giovanissimi di origini marocchine accusati di avere scatenato il panico la sera del 3 giugno 2017 durante la proiezione su maxi schermo della finalissima di Champions League. Una notizia che arriva nel giorno in cui Torino ha dato l’estremo saluto a Marisa Amato, 65 anni, la seconda vittima di quella tragica notte in cui la donna era stata travolta dalla folla in preda al panico, rendendola tetraplegica. Nei giorni scorsi la morte per delle complicazioni legate a un quadro clinico ormai fortemente compromesso.

L’avvocato Caterina Biafora, che assiste una sessantina di parti lese ed è la capofila di una squadra di legali che in totale ne tutela quasi duecento, conferma che non prenderà iniziative: “Ci siamo già costituiti parte civile nel procedimento che riguarda gli amministratori del Comune (tra cui la sindaca Chiara Appendino) e i funzionari di polizia. Noi non vogliamo addossare tutte le colpe ai quattro presunti rapinatori, dei quali si occuperanno i giudici. Noi ci concentriamo sulle gravi responsabilità di chi ha organizzato l’evento in piazza di quella sera e di chi ha predisposto e gestito le misure di sicurezza”.

Secondo quanto trapela dagli ambienti giudiziari torinesi i quattro ragazzi della cosiddetta banda dello spray, i responsabili secondo gli inquirenti del panico che si è scatenato durante la finale di Champions, sarebbero orientati a chiedere il rito abbreviato. L'udienza preliminare si aprirà domani nell'aula bunker delle Vallette. L'abbreviato è un rito alternativo che consente, in caso di condanna, di ottenere lo sconto di un terzo della pena. Le accuse mosse dalla procura sono di omicidio preterintenzionale, lesioni, rapina e furto con strappo. I quattro, di età compresa fra i 21 e 22 anni, sono detenuti in diverse carceri piemontesi.

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