INFRASTRUTTURE

Asti-Cuneo, altra bufala di Toninelli

Il ministro grillino annuncia tronfio di aver trovato l'intesa con l'Europa per dare avvio ai lavori di completamento dell'autostrada. Ma di certo non c'è nulla e, soprattutto, la soluzione ipotizzata è un gran favore ai Gavio. E i tempi si allungano ancora

L’ineffabile Danilo Toninelli colpisce ancora. Stavolta la pensata del ministro piomba come una pedata maldestra dell’immancabile so-tutto-io sul cemento fresco dell’Asti-Cuneo. Già, perché quando tutti i tasselli della complessa vicenda per il completamento del tratto autostradale atteso da anni erano ormai a posto, con tanto di sigillo dell’Unione Europea, il pentastellato messo a capo del dicastero di piazza di Porta Pia che fa? Scaraventa tutto per aria, rimescola le carte e da acerrimo nemico dei concessionari autostradali fa precedere la sua ultima pensata dall’elogio dell’incontro “molto fruttuoso” avuto con il gruppo Gavio.

Ma eccola la trovata di Toninelli: “Faremo l'autostrada senza consentire che l'investimento vada a carico dei pedaggi pagati da chi viaggia lungo la A4. Si va infatti verso un schema di intesa per cui il gestore spenderà i 350 milioni circa che servono per completare l'opera e otterrà  una remunerazione intorno al 7%, recuperando gli esborsi grazie esclusivamente al valore di subentro della concessione sulla A4”.

Ma quel valore di subentro che era stato eliminato nel piano in essere fino ad oggi, avrà la fin troppo logica conseguenza di non vedere altri partecipanti alla gare per la concessione, gicchè costretti a un esborso che invece per l’attuale concessionario sarebbe solo un partita di giro: pagare quale subentrante sé stesso in veste di precedente concessionario.

“Quella prospettata dal ministro è in realtà un grosso regalo al concessionario” sostiene l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco Balocco. Per il quale “remunerare il costo dell’Asti-Cuneo con un incremento del subentro sull’A4 significa di fatto rendere impossibile il subentro stesso o quanto meno avvantaggiare notevolmente l’attuale concessionario in caso di nuova gara e quindi di fatto concedendo una proroga all’infinito al gruppo Gavio”.

Niente male per chi si dichiara nemico pubblico numero uno e giustiziere delle autostrade. Ma non è tutto: “Questa soluzione – aggiunge l’assessore – smonta l’impostazione già concordata con la Commissione Europea relativa la cross financing che prevedeva il completamento dell’A33 a fronte di una miniproroga di 4 anni sulla concessione della Milano-Torino. Soluzione che avrebbe consentito di avviare da subito i cantieri”.

Ma Toninelli tira dritto e sostiene pure di avere l’avallo dell’Europa: “Su questo schema abbiamo ottenuto pieno conforto, pochi giorni fa, anche dalla Commissione Ue e grazie a questa soluzione diciamo finalmente stop al meccanismo delle proroghe che in questi anni ha messo lo Stato in una posizione di debolezza di fronte ai grandi concessionari”. “Balle – replica Balocco –. Da Bruxelles non è arrivato alcun via libera, stanno valutando la questione e il rischio che venga bocciata è molto alto. Nel frattempo passeranno mesi senza che si faccia nulla, mentre si sarebbe potuto procedere su una strada ormai spianata”.

Forti perplessità su un possibile via libera da parte dell’Ue arrivano anche dall’ex ministro Graziano Delrio che domani sarà a Cuneo, con il presidente della Regione Sergio Chiamparino e lo stesso Balocco, proprio a parlare di infrastrutture. Non sfugge, inoltre, la questione dei tempi, visto che sia il parlamento e sia la Commissione sono in scadenza ed è assai difficile che la procedura possa concludersi prima del voto del 26 maggio. Anche perché per poter prevedere qualsiasi ipotesi l’Italia dovrebbe prima disdettare l’accordo, aprire la trattativa, ottenere un eventuale semaforo verde e solo allora dare il via libera ai lavori.

“Siamo all'ultimo miglio e stiamo lavorando seriamente a difesa degli interessi delle imprese e dei cittadini", annuncia trionfalmente il ministro mentre smonta quel che in molti mesi si era riusciti a mettere insieme per porre fine a quell’incompiuta che è l’Asti-Cuneo. “La verità è che siamo di fronte all’ennesima presa per i fondelli del Piemonte da parte del ministro e del Governo – denuncia l’ex senatore del Pd Stefano Esposito –. Dopo la Tav adesso tocca anche all’Asti-Cuneo”.

print_icon