GIUSTIZIA

Scandalo Blutec, arrestato Ginatta

L'imprenditore torinese, legato alla famiglia Agnelli, nei guai. Accusato di malversazione ai danni dello Stato: deve rispondere della sparizione di 20 milioni erogati per il rilancio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese

Arresti domiciliari per il presidente della Blutec, il torinese Roberto Ginatta, uno dei principali imprenditori dell’automotive, partner finanziario storico della famiglia Agnelli, in particolare con il ramo cadetto del Casato, essendo stato amico e confidente di Umberto Agnelli e poi del figlio Andrea. Con Cosimo Di Cursi, l’amministratore delegato della società che si è insediata nell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, Ginatta deve rispondere della sparizione di gran parte della somma, tra i 20 e 21 milioni che lo Stato attraverso Invitalia aveva affidato all’azienda per favorire il rilancio del sito siciliano. Da qui il sequestro di oltre 16,5 milioni, coni sigilli apposti all’intera società con sede in provincia di Torino, a Rivoli. Contestualmente, è stato emesso un decreto di sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale (entrambi gli stabilimenti, in Sicilia e a Rivoli) e delle relative quote sociali della Blutec, nonché delle disponibilità.

Risale allo scorso 5 marzo l’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico che doveva provare a togliere dalle nebbie sul futuro dell’ex Fiat e un nuovo incontro era stato fissato per il 9 aprile. Sul tavolo i vertici dell’azienda avevano messo un presunto interessamento di due imprese cinesi. Anche questa un’altra mossa per prendere tempo? È un fatto che punto cruciale della vertenza è legato proprio alla mancata attuazione del piano industriale sottoscritto al ministero e sul quale Invitalia ha investito 20 milioni e che ha generato la richiesta della società pubblica di rientro da parte di Blutec del finanziamento. Richiesta disattesa. Passi contraddittori quelli dell'impresa. A novembre aveva presentato l’ennesimo progetto di rilancio del polo industriale palermitano che prevedeva l'occupazione di 694 lavoratori entro il 2020, con un cronoprogramma che avrebbe dovuto garantire dicembre 2018 l’ingresso di 115 lavoratori, a settembre 2019 di altri 100 e a dicembre 2019 di ulteriori 344. Questi obiettivi sarebbero stati garantiti dalla eventuale conferma di tre iniziative industriali: elettrificazione del Doblò e del Ducato, assemblaggio delle batterie Samsung.

L’azienda aveva sostenuto che stava procedendo a fornire tutte le documentazioni alla Guardia di finanza relativamente al vecchio contratto di sviluppo e di avere realizzato una nuova proposta da sottoporre a Invitalia per realizzare il piano industriale. Solo fumo. Infine, il 5 marzo l’azienda aveva presentato gli aggiornamenti nel suo piano industriale che con le commesse del Doblò, dei cicli elettrici di cui sono già in produzione i prototipi, la commessa Garage Italia, la Xev e la Jiayuang ed un affidamento con Fca per la produzione delle batterie per il Ducato dovrebbe entro la fine del 2019 riassorbire interamente la forza lavoro attualmente fuori dalle attività produttive.

Un piano basato su gare e affidamenti non ancora concretizzati per circa la sua metà. E su un “gentleman agreement” con Fca di cui non si ha riscontro. In più è parte integrante del piano la soluzione della cessione del settore metallic alla Magneto che, dovendo essere definito già lo scorso febbraio, resta ancora incompiuto. Era stato chiesto a che punto fosse la restituzione, frutto dei precedenti impegni in sede ministeriale, del primo prestito di Invitalia senza il cui saldo, non si potrà dare forza al secondo Piano di sviluppo che coinvolge la società a sostegno del progetto Blutec. La Finanza è arrivata prima.

Una nota dell’azienda fa sapere che “Per effetto di un provvedimento di sequestro emanato dal Tribunale di Termini Imerese, la Blutec spa si trova  in amministrazione giudiziaria. Sono attualmente in corso le attività di immissione in possesso della società, e nelle prossime ore sarà cura dell’amministratore nominato prendere contatti con tutti gli stakeholders interessati, clienti, partner commerciali, fornitori, al fine di garantire la continuità del ciclo produttivo e la tutela dei posti di lavoro. L’azienda è e continua a essere operativa”.

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