Quant'è scientifica l'analisi costi-benefici?

Una breve riflessione con l’obiettivo di chiarire, se l’Analisi costi-benefici (ACB) è o non è uno strumento scientifico di misurazione. Occorre premettere che uno strumento di misurazione di un fenomeno è scientifico quando fornisce lo stesso risultato se viene utilizzato un numero infinito di volte da diversi utilizzatori. Spesso politici e giornalisti sostengono che l’ACB sia qualcosa di scientifico e quindi dia dei risultati certi ed inoppugnabili indipendentemente da chi li fa. Questa è una visione completamente errata. L'ACB, che serve a valutare la convenienza di un’opera pubblica, invece si basa su un sistema di variabili soggettive. È competenza, infatti, di chi la utilizza di stabilire sia il metodo da seguire per realizzarla, sia le componenti di costi e benefici da prendere in considerazione, sia l'attribuzione dei valori di questi.

Occorre inoltre precisare che molti di tali valori devono essere valutati perché non tutti i beni hanno un mercato nel senso tradizionale del termine, cioè non tutti i beni hanno un prezzo che si forma nel momento della loro acquisizione. Vi sono, infatti, dei beni che sono pubblici e che non hanno un reale mercato. Questo accade perché tali beni, pur essendo soggetti ad una domanda e ad una offerta, non sono oggetto del diritto di proprietà e, quindi, non possono avere un prezzo di mercato. In questo caso si parla, appunto, di fallimento del mercato. Per esempio tutti i beni ambientali non soggetti ad estrazione, come il petrolio, il carbone o i diamanti, sono beni pubblici, in quanto non sono oggetti di diritti di proprietà.

Come tali questi beni non hanno un prezzo di mercato e il loro valore deve essere stimato. La stima monetaria di un qualsiasi bene che, per sua natura non ha un prezzo, è imperfetta in quanto non è oggettiva. Questo accade perché la valutazione dipende dal soggetto che la fa, dal contesto economico, sociale ed ambientale in cui viene fatta, e dal metodo con cui viene fatta la valutazione. L’incertezza dell’ACB deriva anche dal fatto che al momento della sua compilazione coloro che la predispongono non possono conoscere quello che sarà, nel lungo periodo, la struttura economica di un paese e le tecnologie presenti nel futuro.

In definitiva se una ACB viene fatta da due gruppi diversi, che non possono avere contatti tra di loro, i risultati dell'ACB potranno essere anche molto diversi. L'ACB, che peraltro è stata criticata da molti economisti, dovrebbe essere affidata ad almeno due gruppi di lavoro distinti e valutata con un certo distacco dai politici che sono quelli a cui spetta la decisione finale sull'opera.

* Gabriele Caiati, Economista Ambientale Università di Milano, Società Aperta

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