TRAVAGLI DEMOCRATICI

Il Pd boccia Boeti e Pentenero, capolista la paralimpica Saccà

Vince la corrente dei candidati che elimina due temibili competitor. Il mondo del lavoro rappresentato da esponenti di tutti e tre i sindacati. Tra i politici in pista anche Piazza, Ferrentino e Sarno. Ora la parola al partito regionale

Il Partito democratico boccia l’assessore regionale Gianna Pentenero e il presidente di Palazzo Lascaris Nino Boeti. La direzione provinciale ha votato sulla concessione della deroga e in entrambi i casi l’ha negata, così come accadde cinque anni fa con Francesco Brizio. Ora la palla passa alla direzione regionale che dovrà ratificare o meno un’indicazione giunta in modo netto dalla Federazione di Torino, in un clima decisamente teso: difficile tuttavia che possa sovvertirne il responso. Vince la corrente trasversale dei candidati, che al di là di tanta retorica sul rinnovamento si premura di eliminare dalla competizione due temibili competitor.

La capolista è Patrizia Saccà, atleta paralimpica di tennis tavolo, bronzo a Barcellona e componente della giunta del Cip presieduta da Luca Pancalli. È lei uno dei due big della società civile che entra come indipendente nella formazione dem, dopo l’adesione del re dei trapianti Mauro Salizzoni. Insieme comporranno la testa di lista.

Quando i delegati iniziano ad affollare la saletta al seminterrato di via Masserano, già circola una bozza della lista che il segretario Mimmo Carretta ha predisposto. Nell’ultima ora, dopo aver cambiato più volte posizione, Pentenero e Boeti hanno presentato formale richiesta di deroga, avendo loro già tre mandati regionali alle spalle. C’è chi vocifera di un possibile intervento di Sergio Chiamparino per convincere il parlamentino dem a salvare i due, ma a chi lo interpella lui fa sapere di non aver intenzione, per il momento, di immischiarsi nelle vicende interne del primo partito della coalizione. Durante la discussione si susseguono gli interventi: l'ala sinistra del partito prova a modificare l'esito di una votazione che appare già scritto. Invocano la concessione della deroga il deputato Andrea Giorgis, il numero due della Sala Rossa Enzo Lavolta, l'ex segretario del partito torinese Alessandro Altamura, ma alla fine l'esito è quello che tutti s'attendevano. Un voto bulgaro sbarra la strada a Pentenero e Boeti che nei rispettivi interventi avevano provato inutilmente a ottenere la grazia.

Così, dopo oltre due ore di dibattito la direzione concede il semaforo verde ai 20 candidati piddini (l'ultimo nome resta sub judice). Tra i “politici”, oltre a tutti i consiglieri uscenti - Andrea Appiano, Elvio Rostagno, Celestina Olivetti, Nadia Conticelli, Valentina Caputo, Antonio Ferrentino, Daniele Valle e Raffaele Gallo (l’unico a rinunciare è il vicepresidente della Commissione Cultura Luca Cassiani) - ci saranno il sindaco di Beinasco Maurizio Piazza, l’ex deputato e primo cittadino di Collegno Umberto D’Ottavio, l’assessore a Nichelino Diego Sarno, la vicesegretaria del Pd regionale Monica Canalis, il presidente dell’Anci Piemonte Alberto Avetta, il vicesindaco di Chieri Manuela Olia.

Il mondo del lavoro non è rappresentato solo da Gianni Comparetto, operaio metalmeccanico della Fim Cisl di Mirafiori, ma anche da Marco Delsanto, dirigente della Funzione pubblica Cgil, e da Flavia Aiello della Uilm. Così tutta la “triplice” sarà nella formazione dem. Tra i civici compare anche l’insegnante di Pinerolo Monica Marchisio. Un giallo riguarda, infine, l’avvocato di Settimo Torinese Noemi Roccasalva: il suo nome viene annunciato nell’intervento introduttivo del segretario Carretta, ma dopo un’ora è Lavolta a comunicare che la donna avrebbe deciso di rinunciare: problemi personali e professionali alla base del ripensamento. 

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