(S)CENTRATI

Zingaretti moderato ad honorem

Mentre sposta il Pd sempre più a sinistra, il segretario riceve da Portas la tessera del suo movimento centrista. Alleanza stile "partito dei contadini" polacco all'epoca del socialismo reale. Poi il pronostico: "Chiamparino vincerà le elezioni" (e vai con gli scongiuri)

Si chiama “campo largo” ma per molti non è che l’ennesimo restyling della vecchia Ditta. Nicola Zingaretti mentre riapre la porta del Pd ai secessionisti bersaniani, spostando il baricentro del partito a sinistra, riceve la tessera di moderato ad honorem. A consegnargliela è stato Giacomo Portas, per tutti Mimmo, leader della formazione centrista da oltre tre lustri fedele alleato del partito democratico. Movimento che dalla terra natia piemontese, dove ha raccolto tante anime in pena nel ceto politico (soprattutto del centrodestra), si è allargato in Lazio, Campania ed Emilia-Romagna, con qualche tentativo pure un Lombardia e in Sicilia.

Una visita di cortesia, quella di oggi fatta dal leader nella sede di via XX Settembre, ma anche l’occasione per rinsaldare l’alleanza in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Se alle regionali i Moderati correranno con una propria lista nella coalizione di Sergio Chiamparino, alle Europee sosterranno il Pd, “esattamente nello spirito della lista unitaria, unire idee, persone e movimenti per offrire l’alternativa ai nazional-sovranisti di questo Paese – ha spiegato il governatore del Lazio –. Il fatto che si comincino a riunire le forze in tutto il Paese è esattamente quello che ci aspettavamo e l’accordo con i Moderati è un altro passo in avanti”. Per Portas, in fondo, è un ritorno alle origini, all’era pre-Renzi, quando proprio con la segreteria di Pier Luigi Bersani si era ritagliato lo spazio di alleato centrista, formazione satellite – una specie di “partito dei contadini” – nella galassia di un centrosinistra con un Pd che abiura alla vocazione maggioritaria.

Zingaretti ha scelto proprio il Piemonte per far partire la ricorsa del Pd al governo gialloverde “che sta bloccando l’Italia". Il 26 maggio i dem vogliono invertire la rotta, dopo le sconfitte a raffica alle ultime regionali, per “fermare la pericolosa onda verde” e preparare un’alternativa credibile che consenta al Paese di “voltare pagina”. La posta in palio è alta; lo sa bene il segretario, che non a caso il giorno dopo l’elezione a segretario del partito era a Torino. Dove è tornato oggi per dare il via ufficiale alla campagna elettorale di Chiamparino. “Ci sono stati tempi in cui il vento ci gonfiava le vele. Oggi non avere questa forza può giustificare l’ammainarle? La mia risposta è no, dobbiamo combattere”, ha sottolineato Zingaretti, che chiede al suo partito “unità, meno polemiche e meno diffidenze”. Ma siccome il Pd “da solo non basta”, occorre allargare i confini: “abbiamo bisogno di un nuovo Pd che apra porte e finestre ma che abbia dentro il suo codice genetico l’ebbrezza di arricchire e arricchirsi del rapporto con la società italiana”.

I sondaggi danno il centrodestra, che ha messo in pista l’eurodeputato di Forza Italia Alberto Cirio, in vantaggio, mentre il candidato M5s Giorgio Bertola sembra più staccato. “La partita è appena iniziata”, ha ricordato Chiamparino, che punta al bis “perché non posso accettare che la Regione possa essere riportata nel fango in cui l’abbiamo trovata”, davanti ai suoi supporter raccolti nel Cortile del Maglio per il via ufficiale alla campagna elettorale. “La sfida è contro l’imbarbarimento di una società che si incattivisce sempre più. Non è buonismo, ma se vinciamo il Piemonte possiamo dare un contributo grande a questa sfida”. Il Pd, insomma, deve vincere in Piemonte “per salvare il Paese, che altrimenti resterà catturato dall’odio e dalla paura”, ha aggiunto Zingaretti. “In gioco c’è la possibilità di confermare un grande presidente del Piemonte – ha concluso – ma anche di salvare l’Italia da chi la sta distruggendo. Difendere il Piemonte dal cattivo governo che si è impossessato dal governo: questa è la vera posta in gioco”.

Infine, un pronostico da far toccare gli ammennicoli. “Chiamparino vincerà le elezioni regionali con la chiarezza dei contenuti e dei programmi, con uno sguardo nel futuro, con un’alleanza larga, con una capacità di unire e non di dividere e soprattutto capendo, se ce n’è bisogno, anche come recuperare tanto elettorato che ci ha abbandonato”. 

print_icon