SACRO & PROFANO

Non di solo commercio vive l'uomo

L'arcivescovo di Torino Nosiglia richiama al rispetto del valore religioso e famigliare delle domeniche e delle festività. Regole di vita che privilegiano aspetti edonistici e materiali

«In questi ultimi tempi, abbiamo notato che diverse categorie di lavoratori si sono mobilitate criticamente contro il tentativo di rendere la domenica e perfino la Pasqua un giorno come gli altri, sottoposto alle leggi assolute del mercato e del consumismo, e hanno esigito che fosse salvaguardata la libertà per la loro vita personale e familiare. La Chiesa sostiene questa rivendicazione e richiama incessantemente il valore religioso e spirituale, ma anche sociale e familiare, della domenica». Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, nell’omelia per la festa di Maria Ausiliatrice.

«Oggi, nella mentalità prevalente e reclamizzata dai massmedia – ha detto il prelato – emergono regole primarie di vita da perseguire come idoli assoluti e indiscutibili. La prima dice che “il tempo è denaro” e questo principio diventa il valore primario, per cui tutto tende a fare soldi e tutto viene visto come via per raggiungere quest’obiettivo, al quale si sacrifica anche il tempo che dovrebbe essere dedicato alla famiglia, ai figli, alla comunità e alla solidarietà». Un’esistenza, insomma, determinate da necessità materiali. «Il lavoro è importante ed è un primario diritto di ogni persona – ha aggiunto Nosiglia – ma l’uomo non conta per quello che possiede o per quello che è capace di produrre e di guadagnare, perché vale per se stesso in quanto persona, soggetto di esigenze e di attese, che vanno oltre i beni materiali e provvisori ed appellano a quelli spirituali ed eterni».

«Legata a questa – ha proseguito l’arcivescovo – c’è poi una seconda regola di vita prevalente nel costume sociale, secondo la quale “il tempo è fatto per divertirsi”, per cui il diritto a ricercare quello che dà piacere e soddisfazione fisica e materiale, costi quello che costi, vale più di ogni altro bene. Con queste regole di vita, il tempo dedicato a Dio, alla preghiera e al prossimo si riduce sempre più e anche gli spazi, che nella nostra cultura e tradizione venivano dedicati al riposo e ai valori dello spirito, come la domenica, sono svuotati della loro anima e si trasformano in ulteriori occasioni di stress, di shopping, di evasione». Da qui il richiamo ancora una volta al «valore religioso e spirituale, ma anche sociale e familiare, della domenica».

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