LAVORO

Crac Mercatone, gravi ricadute in Piemonte

A rischio gli otto punti vendita in regione e con loro i posti di lavoro di 250 addetti. Filcams Cgil: "Serve un intervento per salvaguardare l'occupazione" e chiede la convocazione di un tavolo al Mise

Il fallimento di Mercatone Uno potrebbe avere “ricadute pesantissime” in Piemonte dove ci sono otto punti vendita con circa 250 lavoratori coinvolti. A lanciare l’allarme è la Filcams Cgil che in una nota spiega tutti i rischi di un tracollo che in tutta Italia ha fatto precipitare nello sconforto circa 2mila addetti. “Per ora abbiamo ottenuto l’immediata convocazione di un tavolo ministeriale al Ministero dello Sviluppo economico con un incontro che si è svolto lo scorso 27 maggio” si legge nella nota della Filcams ma di schiarite all’orizzonte non se ne vedono. Almeno per il momento.

La situazione è precipitata il 23 maggio scorso quando il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della Shernon Holding srl società che solo lo scorso anno aveva acquisito i punti vendita a marchio Mercatone Uno. Si tratta complessivamente di 55 punti vendita in tutta la Penisola di cui 8 in Piemonte (cinque nelle province di Novara e Vco, due nel torinese e una a Serravalle Scrivia). “La decisione, assunta subito dopo la sentenza di fallimento, di chiudere immediatamente tutti i punti vendita distribuiti sul territorio nazionale e comunicata nottetempo via social, è nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori indegna e inaccettabile” afferma il sindacato.

“Al Mise le organizzazioni sindacali hanno rappresentato l’urgenza immediata di un intervento per salvaguardare l’occupazione e il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie”. Ieri il curatore fallimentare ha avviato la procedura per la restituzione dei punti vendita di Shernon all’amministrazione straordinaria e quindi il rientro dei dipendenti. “Si rende pertanto necessario riconvocare subito il tavolo presso il Mise, cosa su cui si è impegnato il ministro Di Maio, per espletare l’esame congiunto e procedere con l’immediata concessione della cassa integrazione straordinaria, con l’auspicio che vada a buon fine” afferma la Filcams che poi indica le tappe di un percorso assai accidentato: “Successivamente alla messa in sicurezza del reddito dei lavoratori, si aprirà una fase molto delicata e complessa per dare prospettiva e continuità occupazionale. Filcams Fisascat e Uiltucs (i sindacati del commercio legati a Cgil, Cisl e Uil ndr) stanno seguendo l’evolversi di questa drammatica vicenda ora dopo ora”.

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