La retorica ambientalista

Riflettiamoci, al mondo è difficile individuare qualcuno che non si preoccupi per la salvaguardia del Pianeta, del suo ambiente naturale, della potabilità dell'acqua, dell'inquinamento, del consumo del territorio, del cambiamento climatico, insomma, lo spirito francescano sembra aver pervaso e coinvolto l'umanità tutta, d'altronde basta andare sul sito del Ministero dell'ambiente per rendersi conto che sono 77 le Associazioni di protezione ambientale riconosciute. Sommando anche enti, club, fondazioni, associazioni, tutte  diramazioni di comuni, province e regioni, preposti alla medesima salvaguardia, il risultato è davvero corposo in termini di cittadini militanti e, ancor più, in termini di risorse economiche necessarie ad un vero e proprio esercito di volontari (?).

 Purtroppo le condizioni del pianeta, così amato ma contemporaneamente così tradito, non corrispondono alle aspettative, povero Francesco (quello originale) forse si augurava che la sua predicazione avesse maggior fortuna. Certo, se in occasione di ingorghi chilometrici sulle nostre autostrade in pochi avvertono il bisogno di spegnere il motore, se tanti apprensivi genitori in attesa dei pargoli in uscita dagli istituti scolastici, nell'indifferenza di vigili urbani, non avvertono la necessità di mostrare una buona pratica, se a milioni di automobilisti fermi ai semafori nessuno richiede il fermo dei motori qualcosa non torna nella strategia ambientalista. Ma, attenti, non tutto è perduto, con il fenomeno Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg, la Giovanna d'Arco della riscossa ambientalista, definito l'inconsapevole ruolo politico della pulzella svedese, il futuro ambientale del pianeta, affidato anche alla diserzione di massa del venerdì scolastico, incontrerà migliori auspici.

 Anche la Presidente del Senato, la forzista Elisabetta Alberti Casellati, ricevendola in Senato, con un artificioso ed ovvio discorso ha affidato a Greta le aspettative sul futuro del pianeta. Eppure ad un'autorità come la Casellati basterebbe poco per concretizzare un piccolo, ma significativo, gesto ambientalista. Circumnavighi il palazzo del Senato e gli altri innumerevoli adiacenti edifici di sua competenza e chieda alle decine di autisti di macchine di politici, furgoni e macchine civili delle forze di polizia di spegnere i motori, ininterrottamente in funzione per usufruire del caldo in inverno e del fresco in estate. In accordo con il Presidente della Repubblica avrebbe anche potuto chiedere, in occasione della sfilata militare del 2 giugno, di eliminare il passaggio delle Frecce tricolori, formidabili sperpero di danaro: circa 100mila € il costo per un'ora di volo dei nove vettori. La Rai si sarebbe risparmiata l'ilarità di chi, appena ascoltato il commento sull'impegno ambientalista di alcuni reparti militari, ha visto sfrecciare le frecce con il loro enorme carico d'inquinamento acustico ed ambientale. Ancora un suggerimento, la Rai, che si fregia dell'appellativo di servizio pubblico, d'intesa con l'esercito ambientalista mandi in onda efficaci spot su un più coretto utilizzo delle automobili; non risolveremo il problema ambientale del pianeta, avremo abbassato solo il livello fastidiosamente retorico della nostra dirigenza politica e non.

*Vincenzo Olita, Società Libera

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