CULTURA & POLITICA

Regio, fischi per i fiaschi di Graziosi

Alla presentazione della nuova stagione dell'ente lirico il pubblico contesta platealmente il sovrintendente scelto da Appendino. Applausi scroscianti per il direttore artistico Galoppini che qualche giorno fa ha minacciato le dimissioni in contrasto con i vertici

Fischi dei loggionisti alla presentazione della nuova Stagione del Teatro Regio di Torino. Il pubblico ha urlato “vergogna” e rumorosamente contestato il sovrintendente del Teatro William Graziosi. La protesta è partita al termine della presentazione alla stampa, quando sono stati invitati i giornalisti a seguire i vertici in un’altra stanza per porre le domande. Allora il pubblico è insorto. Graziosi in apertura della presentazione ha negato che ci sia una guerra civile in atto all’interno dell’ente lirico. Nei giorni scorsi il direttore dell’area artistica, Alessandro Galoppini, aveva posto un aut aut: “O me o lui”, ventilando le proprie dimissioni nel caso in cui Graziosi fosse stato confermato. Oggi, alla presentazione, Galoppini ha ricevuto minuti interminabili di applausi, segno che Graziosi non ha dalla sua parte non solo le maestranze, ma anche il pubblico, che ieri ha espresso il proprio disappunto anche nei confronti di Chiara Appendino.

Al centro della contestazione il sovrintendente Graziosi, che da un anno è a capo del più importante teatro cittadino. Nominato dall’allora ministro Dario Franceschini, su indicazione del consiglio d’indirizzo presieduto dalla sindaca grillina, in questi mesi è stato oggetto di molte accuse. “Nel teatro c’è un clima di paura e intimidazione” hanno denunciato in una lettera pubblica 112 dei 290 lavoratori a tempo indeterminato del Regio, aggiungendo che “ci aspettiamo una soluzione che restituisca valore e dignità al nostro lavoro”. Oggetto del contendere il piano di sviluppo che prevede investimenti per 14 milioni in 5 anni, senza prevedere tagli. “Nell’ultimo anno sono aumentati i ricavi e i biglietti venduti, e sono calati i costi” ha spiegato la sindaca, “senza fondamenta economiche non si va avanti, ringrazio i lavoratori per il loro senso di responsabilità, non hanno mai scioperato, cosa per cui avremmo rischiato un cortocircuito”. Ma di fronte alle contestazioni, la sindaca ha chiarito che “non ci sono alternative, incontrerò i lavoratori il 21 giugno, dopo che il 19 avvieremo la procedura comparativa per scegliere il nuovo sovrintendente” ha proseguito.

“Nessuno sottovaluta” la questione del Teatro Regio. “In questa fase non possiamo azzerare i vertici. Abbiamo avviato la procedura comparativa, che partirà dal piano di sviluppo. La nostra attenzione è sul monitoraggio del piano di sviluppo”. Così la sindaca Appendino, intervenendo in Consiglio comunale, dove si è detta “amareggiata” per le contestazioni subite questa mattina alla presentazione della stagione 2019-2020. “Se non fossimo andati in prorogatio” con la nomina del sovrintendente Graziosi “saremmo stati commissariati”, ha spiegato replicando al fuoco di fila delle opposizioni che hanno aspramente criticato il suo operato e la nomina, da lei fortemente voluta, di Graziosi. “Ci sono 500mila euro di ricavi in più e questo è positivo e dà speranza rispetto all’attuazione del piano”, ha rimarcato Appendino, confermando che vedrà i sindacati e le maestranze dell’ente lirico in settimana. “Incontrerò i lavoratori – ha precisato –  ma il piano di sviluppo è il tema su cui ci si deve confrontare. In sostanza: il Teatro è pronto o no? La procedura comparativa richiederà tempo”, ha aggiunto la sindaca auspicando che la Regione Piemonte “nomini presto il suo rappresentante in Consiglio di indirizzo”. Quanto al clima di veleni che emerge al Teatro Regio la sindaca ha concluso: “Non è facile portare un clima sereno nel Teatro. Il conferimento di immobili da parte della città nel 2011 e nel 2013 ha generato una crisi di liquidità. Inoltre non è la prima volta che si verifica una crisi tra figure apicali all’interno del Regio”,  riferendosi alle passate tensioni fra gli ex sovrintendente e direttore artistico del teatro, Walter Vergnano e Gianandrea Noseda.

print_icon