ECONOMIA DOMESTICA

Dare fondo ai fondi (europei)

Finora è stato speso poco e in tempi troppo lunghi. Del Fesr usati solo il 21%, meno della metà quelli Fse. Il governatore Cirio ha fatto il punto della situazione e promette un cambio di marcia. "Dobbiamo raggiungere gli standar delle altre regioni europee"

Da ex parlamentare europeo la materia è stato il suo pane quotidiano, della necessità di spendere bene e in fretta ne è consapevole, viste le sempre più magre disponibilità di capitali a disposizione. Come promesso, tra i primi atti da governatore Alberto Cirio ha preso parte alla riunione annuale del Comitato di sorveglianza dei programmi operativi del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e del Fondo sociale (Fse), di cui fanno parte i rappresentanti della Commissione Ue, delle autorità nazionali, regionali e locali e delle parti economiche e sociali. Attorno al tavolo allestito al Museo del Risorgimento di Torino erano presenti anche gli assessori al Lavoro, Istruzione e Formazione professionale, Elena Chiorino, alle Attività produttive, Andrea Tronzano, e all’Innovazione e Ricerca, Matteo Marnati. “Ho voluto presiedere personalmente questo incontro – spiega – perché rappresenta l’appuntamento più importante per valutare lo stato di attuazione dei fondi Ue e il conseguimento degli obiettivi fissati dall'Europa”.

Un tema, quello dell’utilizzo dei finanziamenti europei, che è stato più volte oggetto di polemica da parte delle organizzazioni imprenditoriali con la precedente giunta, accusata di gestire col contagocce e troppa burocrazia risorse che costituiscono uno dei pochi volani per l’economia locale. Per quanto riguarda il Fesr, sulla dotazione complessiva di 966 milioni di euro della Programmazione 2014-2020, i fondi effettivamente spesi dal Piemonte sono circa il 21%, quelli impegnati l’88%. Sono stati pubblicati bandi per oltre 737 milioni e finanziate 890 operazioni, di cui 7 strumenti finanziari (che hanno interessato 438 imprese) e 883 progetti di altri 619 soggetti (imprese, organismi di ricerca, enti pubblici). Tra le criticità evidenziate il ritardo nell’uso dei 34,6 milioni di euro destinati all’Asse 5 per la “Tutela dell'Ambiente e la valorizzazione delle risorse culturali”, dovuto in particolare alla complessità dei progetti che richiedono diverse fasi autorizzative e dinamiche di concertazione che coinvolgono numerosi soggetti.

La percentuale di spesa del Fse sfiora il 50%, il volume impegnato il 70%. I beneficiari “fisici” delle misure sono 300mila, le operazioni finanziate 3.380: di queste, circa il 50% sono relative ad interventi finalizzati alla lotta alla disoccupazione e al sostegno dell’occupazione giovanile. Tra i partecipanti al programma c’è una prevalenza di persone inattive (circa il 50% del totale), quasi interamente costituite da studenti, giovani e con un grado di istruzione medio-basso.

“Finora il Piemonte ha ottenuto risultati positivi in molti settori ed è in linea con le Regioni italiane, ma non è nella media delle Regioni europee – sottolinea il governatore –. Occorre provare a risalire la classifica con l’impegno di tutti. Il nostro obiettivo devono essere la Baviera, la Rhone Alpes e il Baden Wuttenberg”. In questa direzione Cirio ha lanciato una sfida: “Cambiare marcia ed essere più veloci nella capacità di spesa. Dal 2020 dovremo essere più attivi e protagonisti nella programmazione delle risorse, individuando strategie capaci di fare dei nuovi fondi i propulsori dello sviluppo del Piemonte. A tale scopo è necessario condividere una visione di insieme con gli enti locali e le parti sociali. Programmare bene tutti insieme le prossime risorse è fondamentale, perché se il Piemonte si mostrerà serio con Bruxelles riuscirà a ottenere maggiori risultati”. Per quanto riguarda i programmi attualmente in vigore “è necessario – ha rimarcato Cirio – avere una linea di demarcazione su quanto speso finora, su quanto impegnato ma non speso, e sulle risorse ancora disponibili, in modo da verificare la possibilità di rimodularle in base alle esigenze e le priorità attuali del Piemonte”. Il 27 giugno sarà a Bruxelles per incontrare le direzioni competenti e discutere proprio di questo.

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