Fa gola il risparmio degli italiani

Nel suo primo discorso come presidente della Consob, l’ex ministro Paolo Savona ha parlato più di politica economica generale che del compito di vigilanza dei mercati borsistici dell’ente a cui è stato preposto. Anomalie a cui questo governo ci sta abituando, tra l’altro non rappresentando innovazioni che possano risultare positive.

Il prof. Savona ha vantato l’economia italiana e questo tutto sommato è doveroso per chi ha cariche istituzionali, soprattutto vista la tendenza degli italiani ad autodenigrarsi. Non dimentichiamo, che nonostante i tanti problemi che l’affliggono, al momento lItalia rimane una delle principali nazioni manifatturiere a livello mondiale. Il discorso si è focalizzato sul risparmio degli italiani e sul debito pubblico. Nonostante la bassa crescita degli ultimi anni il risparmio degli italiani è cospicuo e caso abbastanza raro per i paesi occidentali, va a finanziare gli investimenti in altre nazioni. Da questo punto di vista Savona ha rivendicato che l’Italia non è un problema per l’Europa, ma una ricchezza perché senza i risparmi degli italiani molti investimenti europei dovrebbero trovare in altri lidi i capitali necessari. Discorso ineccepibile e giustamente un vanto da far notare, ma che rappresenta anche un’intrinseca debolezza dell’economia italiana: perché i risparmi italiani vanno a finanziare investimenti in altre nazioni e non vengono usati per investimenti in loco?

La risposta è molto semplice, non conviene. In Italia non esistono condizioni attraenti per gli investimenti perché si va da una burocrazia incomprensibile, alla giustizia lenta e arbitraria, da una tassazione elevata fatta di norme farraginose e in contrasto fra di loro, fino a un più generale atteggiamento negativo verso l’impresa e l’innovazione. Le imprese che esportano e che fanno guadagni trovano più facile investire all’estero che in Italia. Sarebbe necessario creare in Italia le condizioni per favorire gli investimenti in modo da impiegare in loco i risparmi degli italiani. Ma questo è un discorso di politica economica che esula dai compiti della Consob. Il prof. Savona, invece, evidenzia come il risparmio degli italiani sia un elemento di sicurezza per gli acquirenti dei titoli del debito pubblico italiano. Come possa rappresentare una sicurezza per gli investitori esteri, se non con il sottinteso che in caso di emergenza si possa attingere al risparmio degli italiani, con una robusta patrimoniale come è già stato fatto dal governo Amato nel lontano 1992. Sicuramente una sicurezza per gli investitori un po’ meno per gli italiani. Discorsi del genere che dovrebbero rassicurare, in realtà fanno correre un brivido nella schiena degli italiani.

Altra considerazione alquanto dubbia è la citazione del Giappone. Vero che ha un debito pari al 200% del Pil, ma da anni è in una situazione di bassa crescita e attualmente non è un modello a cui aspirare. In ogni caso il Giappone ha un’economia molto più grande di quella italiana, con una disoccupazione più bassa e con il debito pubblico in gran parte in mani giapponesi. In breve due situazioni non immediatamente paragonabili.

Si spera che la garanzia del risparmio privato degli italiani non debba mai essere usata.

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