LE REGOLE DEL GIOCO

Legge elettorale, il M5s ci riprova

Affossata nella precedente legislatura torna in auge la riforma del sistema di voto. Abolizione del listino e doppia preferenza di genere: i capisaldi della proposta dei pentastellati che chiedono l'immediata convocazione di un tavolo a Palazzo Lascaris

Riuscirà la maggioranza di centrodestra laddove quella di centrosinistra ha fallito l’obiettivo dichiarato e tradito la promessa fatta da Sergio Chiamparino all’inizio del suo mandato di dare al Piemonte una nuova legge elettorale? Il quesito riguarda ovviamente anche la volontà da parte dell’alleanza che sostiene Alberto Cirio di fornire un nuovo sistema agli elettori piemontesi. Anche a questo, ovvero a far emergere propositi di innovazione o di conservazione, potrebbe essere utile l’iniziativa assunta dal gruppo consigliare del M5s: “chiedere subito l’istituzione di un tavolo per arrivare all'approvazione di una nuova legge elettorale”.

È stato questo il primo atto dei Cinquestelle in sede di riunione dei capigruppo del Consiglio regionale, cui ha partecipato la presidente dei consiglieri pentastellati Francesca Frediani. "Si tratta di un impegno preso in campagna elettorale, nei confronti dei cittadini piemontesi, che intendiamo portare fino in fondo", spiegano i consiglieri grillini in una nota. E si torna su questioni già poste dai grillini nella scorsa legislatura, perorate da una parte del Pd, ma con altrettanta evidenza frenate da un’altra parte non certo minoritaria dello stesso partito: l’abolizione del listino e la parità di genere. "È necessario garantirla” affermano in merito a quest’ultima, i Cinquestelle. “E poi un'adeguata rappresentanza a tutte le province, comprese le più piccole, si pensi in particolare al Verbano Cusio Ossola”. Per farlo, il M5s torna sulla promessa mancata di Chiamparino: “eliminare in primis il listino bloccato consentendo ai cittadini di eleggere direttamente tutti e 50 i Consiglieri regionali". Eventualità che aveva messo in allarme buona parte dei piddini, facendo naufragare tra uno stucchevole balletto di annunci e ritardi durato anni, quella riforma.

Tant’è che gli stessi pentastellati ricordano come "il confronto avvenuto nella precedente legislatura è stato fallimentare ed ha portato ad un nulla di fatto sostanzialmente per mancanza di una chiara volontà politica”. E, giova aggiungere, non poca volontà da parte di alcuni esponenti piddini della precedente (e attuale) legislatura di vanificare anche sforzi messi in atto da loro compagni di partito: basti pensare a com’è andata a finire – tra adesivi al bavero e bava alla bocca – l’iniziativa di alcune esponenti dem e appoggiata anche da consiglieri di centrodestra per stabilire la doppia preferenza di genere.

Adesso a rimettere sul tavolo la questione messa in cantina dalla vecchia maggioranza sono i Cinquestelle: “Lavoreremo affinché il provvedimento sulla nuova legge elettorale venga portato in aula e approvato nei primi 12 mesi dall'insediamento per evitare che dopo gli annunci finisca ancora una volta nel dimenticatoio".

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