POLVERE DI (5) STELLE

Di Maio: "Sto con Appendino"

A poche ore dal suo arrivo sotto la Mole il capo politico del M5s offre massima copertura politica alla sindaca che ancora medita se silurare il suo vice Montanari. E attacca quei grillini "nemici della contentezza". Intanto la maggioranza va in pezzi

Mentre la maggioranza M5s al Comune di Torino si divide e si parla attraverso post su facebook dopo il trasferimento del Salone dell’Auto in Lombardia, a schierarsi al fianco di Chiara Appendino è Luigi Di Maio a poche ore dal suo arrivo nel capoluogo piemontese, previsto per le 18, all’Hotel Royal, dove incontrerà attivisti ed eletti, ufficialmente per parlare della nuova organizzazione di cui si dovrà dotare il partito. “Oggi Chiara è giustamente molto arrabbiata per un’occasione di investimento che ha perso Torino, in cui ci sono anche responsabilità dei consiglieri M5s di maggioranza. Alcuni giornali dicono addirittura che voglia dimettersi da sindaco. Qualsiasi decisione prenderà io starò sempre dalla sua parte. Dalla parte di chi, con il buon senso, ogni giorno passa il tempo a costruire una nuova Italia e non a demolire” scrive Di Maio in un post facebook.

Massima copertura politica dunque, alla vigilia di decisioni che potrebbero aumentare la fibrillazione in seno al gruppo pentastellato che sostiene Appendino in Sala Rossa. Tutto ruota attorno alla figura del vicesindaco Guido Montanari, lo stesso che è arrivato ad auspicare che “una grandinata se portasse via” il Salone dell’Auto e che ha rivelato di aver mandato i vigili a multare gli organizzatori. Montanari, considerato il punto di riferimento politico dell’ala più radicale e bizzosa del gruppo grillino in Consiglio comunale, che ora rischia il siluramento o quantomeno un ridimensionamento da parte della sindaca. Di Maio è al suo fianco, qualunque decisione prenda, il problema ora è la tenuta della sua maggioranza.

Nelle parole di Di Maio non solo l’apprezzamento per Appendino, sindaca che incarna a suo giudizio pienamente un Movimento 5 stelle «di governo», lo stesso che lui prova a rappresentare a Roma, ma anche una stilettata a quei consiglieri e attivisti che da mesi sono diventati una insopportabile fronda interna: «In questi anni, nel MoVimento, la visione che ci ha portato al governo delle città e del Paese è sempre stata quella di guardare fuori dal MoVimento, oltre un simbolo o un gruppo ristretto di persone, per accogliere nuove sfide e nuova gente, confrontarsi, evolversi, costruire nuovi legami con parti della società – scrive Di Maio –. Poi esiste sempre una piccola minoranza, che io definisco “i nemici della contentezza”, quella rappresentata da chi preferisce chiudersi e alimentare rancori e tensioni, credendosi portatori della conoscenza divina su cosa significhi “essere del MoVimento». Appendino, afferma il vicepremier, «è una delle donne più coraggiose che abbia mai conosciuto. Quello che ha dovuto affrontare in questi tre anni avrebbe steso una mandria di bufali. Lei, non solo ha retto a tutti coloro che le hanno addebitato in maniera violenta responsabilità non sue, ma ha sempre avuto la capacità di reagire per il bene della città». Ancora, la sindaca «ha sempre mirato a governare non per vendicarsi, per attaccare qualcuno o per bloccare qualcosa. Lei ha sempre incarnato la voglia di costruire, evolvere, innovare, investire in nuove persone e nuove energie del Paese». Attaccare qualcuno o bloccare qualcosa, messaggi in codice anche per i No Tav a oltranza che questa sera proveranno a mettere Di Maio alle strette in vista del provinciamento del Governo sulla Torino-Lione.

Velleitario il tentativo di rimettere insieme i cocci della capogruppo Valentina Sganga, che se la prende con un non meglio precisato «gruppo di potere conservatore» che vorrebbe «impedire l’azione amministrativa del M5s». Insomma, siamo tornati alla spectre e ai poteri occulti che si schierano contro la grande bellezza grillina, laddove invece c’è solo un Movimento in pezzi come dimostrano plasticamente le assenze all’incontro con Di Maio di questa sera e il clima di tutti contro tutti che regna in un gruppo che proprio Sganga non riesce a tenere più insieme. Non è un mistero infatti che mentre metà dei consiglieri ha ribadito in vari modi la propria lealtà alla sindaca, un’altra metà non solo è contraria a un siluramento di Montanari ma anzi paventa anche conseguenze politiche di fronte a un eventuale strappo di Appendino.

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