POLVERE DI (5) STELLE

Iniziata la fuga dai Cinquestelle

La consigliera Pollicino con una lunga lettera annuncia l'uscita dal gruppo M5s della Sala rossa. "Mortificata dalle parole di Appendino e Di Maio". Stufa di fare il "pigia-bottoni" passa al misto e voterà solo i provvedimenti che condivide. Altri ribelli in fibrillazione

Come nella celebre fiaba di Perrault è Pollicino (Marina) la prima a segnare la via, disseminandola dei sassolini che si è tolta dalle scarpe, nell’attesa che altri li raccolgano e la seguano. Arriva così il primo scossone nella maggioranza del M5s che sostiene Chiara Appendino: Pollicino lascia e aderisce al gruppo misto. Mani libere: di volta in volta deciderà se votare o meno le delibere che presenterà la giunta. Tradotto significa un voto in meno per la maggioranza che ora può contare su 22 consiglieri più la sindaca. Se altri tre seguissero l’esempio di Pollicino a quel punto per la prima cittadina non ci sarebbero più i numeri per andare avanti. “Non mi riconosco più” in questo Movimento 5 stelle. “Ho ascoltato il discorso del cosiddetto capo politico Luigi Di Maio e successivamente quello della sindaca Chiara Appendino con un forte senso di disagio, quel disagio” afferma la consigliera nella lettera inviata al presidente della Sala Rossa Francesco Sicari.

Si definisce “mortificata”, “mai come in questi due anni di esperienza in Sala Rossa le dita della mia mano hanno ricevuto un’attenzione esagerata (…) ditino sul tasto, pigia-bottoni, dita pronte a schiacciare i tasti” si legge ancora nella sua missiva. Da ora in poi, annuncia, darà il proprio assenso solo ai provvedimenti che condividerà appieno, smettendo i panni della ubbidiente soldatina agli ordini dei capataz. Messinese, classe 1963, Pollicino era subentrata in Consiglio nel giugno 2017 quando, in seguito all’allontanamento dell’allora assessore all’Ambiente Stefania Giannuzzi, venne promosso in giunta Alberto Unia. Eletta grazie ad appena 185 preferenze.

“Da quando mi sono insediata – spiega – il mio indice ha sempre seguito le indicazioni della maggioranza, con senso di responsabilità e spirito di condivisione”. Ricorda la battaglia per tenere lontane le Olimpiadi da Torino, che la vide tra le protagoniste, assieme al costituendo gruppo dei cosiddetti dissidenti. Un drappello di cinque o sei consiglieri che ora minacciano di far cadere la Appendino. E non è un caso se tra i primi like all’annuncio via facebook di Pollicino ci sia quello di Maura Paoli, altra grillina in rivolta (giacché ormai anche la fibrillazione è superata). Segno che a questa prima scossa potrebbero seguirne altre. Solo ieri Deborah Montalbano, la prima pentastellata a chiamarsi fuori, in una intervista con lo Spiffero, aveva fatto un appello all'ala più intransigente del gruppo a "essere coerenti" e quindi "staccare la spina". Pollicino è stata la prima ad accoglierlo. “Il dolore che provo è immenso – scrive Paoli nei commenti, secondo molti pronta a seguirla –. Sfido chi ora si presta a facili commenti di provare anche solo per pochi minuti il disagio in cui viviamo. Il discorso inqualificabile della Sindaca era atta a provocare delle reazioni, che ora ce ne si stupisca è davvero ingenuo. A Marina va la mia più sincera stima”.

Marina Pollicino cita stralci dell’intervento di Appendino, quelli in cui la sindaca afferma di “non essere disposta a proseguire con il freno tirato”, ma soprattutto “a subire battute d’arresto, né compromessi al ribasso” per una serie di delibere e provvedimenti, a cui ritiene di “vincolare il mandato”. Parole che l’ormai ex consigliera grillina definisce “pesanti come un macigno” e che indicano “un nuovo corso politico coercitivo” e quindi “inaccettabile”.