LA SACRA RUOTA

Vendite auto in calo, tonfo Fca

Prosegue il momento negativo per il gruppo del Lingotto. A luglio -19,7% di immatricolazioni e nei primi sette mesi dell'anno vede ridursi la quota di mercato dal 27,08 al 24,35%. Pesano la crisi del marchio Fiat e il tracollo di Alfa Romeo

Continua il periodo nero di Fca in Italia. I dati di vendita di luglio, infatti, confermano un nuovo calo di vendite per il gruppo che deve fare i conti con il forte calo di Alfa Romeo e la crisi continua del marchio Fiat che, al netto della Panda che regge la concorrenza, è in grossa difficoltà con tutta la sua gamma. Nel mese scorso, nonostante un quadro praticamente stazionario (52.800 immatricolazioni, -0,1% rispetto allo stesso periodo del 2018), la casa del Lingotto ha venduto appena 34 mila vetture in Italia registrando un calo percentuale del 19%, perdendo oltre 5 punti di quota di mercato: dal 27,59% al 22,26%. Non bastano i buoni risultati di Jeep che cresce del 3% e conquista il 4,9% del mercato e della Lancia con vendite in aumento del 25% a contenere quella che ormai ha i tratti di un andamento negativo consolidato. Nei primi sette mesi dell’anno Fca ha venduto complessivamente 300.867 vetture, con una flessione del 12,83% rispetto all’analogo periodo del 2018. La quota di mercato passa dal 27,08 al 24,35%.

A pesare sui risultati complessivi del gruppo guidato da Mike Manley è la crisi del marchio Fiat. Il brand italiano, infatti, si ferma a 20 mila unità vendute a luglio registrando un calo percentuale del 24% rispetto dello stesso periodo dello scorso anno.

Tra i gruppi stranieri Volkswagen cresce a luglio dell’11,15% con Seat che quasi raddoppia le vendite nel mese, mentre Audi registra un calo del 15,5%. Bene Peugeot con tutti i principali marchi in crescita a doppia cifra, mentre Renault chiude il mese con 2.000 immatricolazioni in più. Cresce Suzuki, mentre Toyota perde il 4,9% e Nissan oltre il 20%.

A giudizio di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, il mercato italiano arranca a causa della situazione economica, della demonizzazione del diesel e della politica del governo che viene indicata come freno alla domanda dal 34% dei concessionari. Per questo il 2019 dovrebbe chiudersi a quota un milione e 835mila unità, con un calo del 4% sul 2018 e del 26,4% se confrontato con i volumi ante-crisi del 2007. L’Unrae, l’associazione delle case estere, rivede invece leggermente al rialzo le stime: 1.860.000 immatricolazioni circa, 50.000 unità in meno rispetto al 2018, con una flessione del 2,6%. Record negativo per le auto diesel che toccano, nel mese, la quota di mercato più bassa da settembre 2001, pari al 37% (un anno fa, a luglio 2018, era del 50,8%). Le auto ad alimentazione alternativa conquistano il 18% del mercato, la quota più alta dal 2015, con volumi in crescita del 13%. A questo risultato contribuiscono, in particolare, le auto a Gpl (+12%), le ibride tradizionali (+14%, nonostante si tratti della crescita più bassa del 2019), le vetture a metano (+18%, che tornano ad avere un segno positivo dopo quasi un anno) e le vetture elettriche (+47%).

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