FUORI DAL CORO

Regio, loggionisti e maestranze: "Galoppini va riconfermato"

Dopo la petizione lanciata da abbonati e melomani, anche i lavoratori del teatro si schierano al fianco dell’ex direttore artistico, recentemente liquidato da Appendino. Intervenga Schwarz: "Una persona di valore difficile da sostituire"

“Nessuno è indispensabile, però talvolta capita che persone utili e capaci, oltreché oneste, si trovino al posto giusto. È questo il caso del maestro Alessandro Galoppini, già direttore dell’area artistica del Teatro Regio di Torino, a cui per ragioni di formalità contrattuale non viene ora rinnovato il rapporto di collaborazione”. Così i lavoratori del Regio di Torino in una lettera aperta al nuovo sovrintendente Sebastian Schwarz. Le maestranze, nel documento, osservano che “i processi decisionali di questi giorni riguardo alla direzione dell’area artistica e alla direzione di produzione non l’hanno visto coinvolto nonostante il Sovrintendente, secondo la legge, sia l’organo di gestione del Teatro e quindi abbia piena titolarità nella scelta dei propri collaboratori”. Secondo i firmatari, oltre 200 su un totale di 300 contattati uno ad uno benché in ferie, “le vie formali per risolvere la questione si possono trovare, un professionista e una persona del valore del Maestro Galoppini difficilmente”.

Era stata la sindaca Chiara Appendino, venerdì scorso, ad annunciare la decisione assunta dal Consiglio d’indirizzo di non proseguire il rapporto di collaborazione che durava da un decennio con Galoppini: il rinnovo sarebbe stato ritenuto “inopportuno” in quanto Galoppini “è un consulente e, in base alle osservazioni ministeriali, la direzione artistica non può essere assegnata a un non dipendente”. Il sospetto è che dietro ragioni amministrative e burocratiche si sia operata una “mirata destrutturazione dell’attuale classe dirigente”, ha accusato la Cgil che accusa la sindaca di aver utilizzato come alibi i recenti rilievi del Mef per far fuori figure non allineate con Palazzo civico: “Tutto ciò appare piuttosto l’ennesima intrusione della politica, da parte di chi dice di voler operare per il cambiamento”, punta il dito Pietro Gabriele, segretario provinciale della Slc-Cgil di Torino.

“In questi anni – prosegue la lettera dei dipendenti – il lavoro del Maestro Galoppini ha permesso al Teatro di superare innumerevoli difficoltà e il suo atteggiamento misurato e attento ha saputo tenere unito un mondo molto complesso. Non nell’interesse di Galoppini, ma per quello del Teatro Regio di Torino, chiediamo che il proficuo rapporto di collaborazione con il Maestro non venga interrotto e che perciò si individuino le modalità per mantenerlo in essere. Analogamente segnaliamo il lavoro puntuale, responsabile e organizzato che in questi anni ha svolto la dottoressa Paola Lazzari come direttrice di produzione, a cui senza alcuna valida motivazione non viene ora rinnovato il contratto di lavoro. Non si possono gettare via le persone come carta straccia, soprattutto quelle che hanno lavorato bene e senza le quali c’è il rischio, anche in previsione dei prossimi appuntamenti in calendario del collasso del sistema”.

La notizia del mancato rinnovo del contratto al maestro Galoppini, docente al Conservatorio di Torino e da 30 anni consulente del Regio con varie mansioni, continua a surriscaldare il clima. Il maestro, che soltanto il 17 giugno scorso aveva presentato la prossima stagione lirica, è molto amato. Durante la conferenza i dipendenti, che avevano fischiato l’ex sovrintendente William Graziosi e la stessa Appendino, gli avevano tributato un lungo applauso. Lo stesso Galoppini aveva annunciato il suo addio qualora Graziosi fosse stato confermato sovrintendente, cosa che non è poi accaduta. “Hanno fatto un golpe, presentando il nuovo sovrintendente e allontanando Galoppini – dice un corista del Regio che non vuole essere nominato –.  Iniziano le epurazioni del Movimento Cinque Stelle, cadranno altre teste”.

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