Una manovra coraggiosa

Il nuovo governo giallorosso ha prestato giuramento e si appresta nei prossimi giorni ad ottenere la fiducia delle due camere. Cosa farà per sistemare i disastrosi conti pubblici? Si parla già di tasse e patrimoniale. Quando non si sa come far quadrare i conti, non c’è niente di più semplice che mettere nuove tasse, come se quelle attuali non fossero a sufficienza. Il problema dell’Italia è un fisco esoso e una burocrazia soffocante: quante piccole attività chiudono perché i titolari non riescono a far fronte alle richieste del fisco e a quelle della burocrazia? Molti si accontenterebbero di un basso guadagno, ma non riescono a far fronte alle vessazioni dello stato italiano. Si parla tanto di voler ridurre la disoccupazione, ma non si fa nulla per tenere aperte le attività già esistenti. Che vantaggio ha lo stato a fare chiudere piccoli negozi e gli artigiani? Di fatto perde delle entrate e con il reddito di cittadinanza deve tirare fuori altri soldi. Sembra quasi che lo scopo dello stato sia non quello di reperire risorse, ma di creare una sorta di stato di polizia in cui siamo tutti controllati e pertanto le chiusure delle piccole imprese rientri nei costi accettabili.

L’idea di Salvini di una manovra coraggiosa da 50 miliardi da finanziare anche a debito per ridurre le tasse, per quanto risente del fatto che la Lega non sia più al governo, non è da scartare a priori. Certo se non si fossero spesi i soldi per quota 100 e reddito di cittadinanza, sarebbe molto più facile ridurre le tasse. Uno shock fiscale che mettesse più soldi in tasca ai cittadini potrebbe far ripartire i consumi e gli investimenti e far crescere l’economia in modo tale che col tempo si possa riassorbire il deficit. Ci sarebbero da convincere i mercati della giustezza di una simile manovra per evitare ripercussioni sullo spread. Una riduzione delle tasse al mondo delle imprese farebbe sicuramente piacere e potrebbe essere la chiave di volta di una simile manovra. A fianco della riduzione delle tasse si dovrebbe procedere ad un abbattimento della burocrazia in modo tale da favorire il più possibile la nascita di nuove imprese. Un allargamento dei regimi forfettari potrebbe essere un buon inizio. Ripetiamo che se non si fossero buttati i soldi in reddito di cittadinanza e quota 100 una manovra coraggiosa sarebbe stata più fattibile. Una riduzione della spesa pubblica e la messa in vendita di parte del patrimonio pubblico potrebbe aiutare a realizzare una simile manovra e convincere i mercati a finanziare la manovra. Nelle prossime settimane vedremo le proposte del nuovo governo.

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