DIRITTI & ROVESCI

"Combattere le discriminazioni", Rosso sfida la comunità islamica

L'assessore regionale ai Diritti civili apre al confronto con il mondo musulmano. Dialogo per superare pregiudizi ma precisi impegni a tutela della donna, delle diversità e dei disabili. Il rapporto con gli imam e l'apertura dei luoghi di culto

Tutela della donna nel mondo islamico, introduzione nella scuola secondaria di lezioni sui diritti civili ma anche sulla storia del Piemonte e infine, ma non ultimo per importanza, il rigoroso rispetto della normativa sull’inserimento lavorativo dei disabili, incominciando dagli enti pubblici. Sono questi i tre punti sui quali l’assessore regionale Roberto Rosso, nel corso dell’incontro con la Rete Antidiscriminazioni del Piemonte, ha annunciato di voler lavorare da subito. Temi in apparenza lontani uno dell’altro ma uniti proprio dalla necessità di contrastare atteggiamenti discriminatori duri a morire in alcune culture e che, per contro, si stanno sempre più manifestando diffusamente anche laddove fino a poco tempo fa erano, fortunatamente, casi isolati.

Affrontando la questione femminile nel mondo musulmano, Rosso ha premesso come le discriminazioni “non sono frutto di precetti religiosi, ma di sovrastrutture culturali, che del resto non sono mancate neppure nel cattolicesimo, e che possono essere superate con il dialogo”. A supporto della sua tesi e annunciando la linea che intende tenere sul tema, l’assessore di Fratelli d’Italia ha citato la sua esperienza di amministratore locale: “Quando ero vicesindaco di Trino ho conosciuto bene e lavorato con profitto con la comunità islamica, fra cui ho molti amici. All’epoca ho notato come durante la preghiera le donne fossero relegate in uno stabilimento senza finestre, collegate in streaming con la moschea dove stavano gli uomini”. Rosso ha spiegato che di fronte a quella situazione “ho riconosciuto ufficialmente la moschea come luogo di culto, ma ho preteso che, pur nel rispetto dei precetti di quella fede, non ci fossero segregazioni. Così come ho introdotto delle multe per chi indossava il burqa, che non trova riscontro in nessuna parte del Corano. Credo che introducendo un dialogo costruttivo con gli imam e con le comunità musulmane si riesca a fare dei passi in avanti sul fronte della parità dei sessi, come prevede la Costituzione, naturalmente nel rispetto dei loro precetti religiosi”.

Per quanto riguarda la scuola, nelle secondarie vorrebbe introdurre “ quattro ore di lezione dedicate rispettivamente ai diritti civili, all’organizzazione dello Stato repubblicano, alla storia del Piemonte fino all’età Risorgimentale e poi a quella repubblicana, con particolare attenzione alla strada che ha compiuto il superamento delle tante discriminazioni da cui sono state costellate le varie epoche”. Questo perché, a detta dell’assessore “non è possibile  che i ragazzi terminino il ciclo di studi senza sapere nulla sulla storia del territorio in cui vivono e del percorso che le generazioni che ci hanno preceduto hanno compiuto per arrivare a uno Stato di diritto come il nostro, che riconosce la parità sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

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