La virtù civica dell'autonomia

Qualche giorno fa seguendo un’indicazione non chiara del navigatore sono finito in una piccola frazione di montagna. Il piccolo borgo era ben tenuto nonostante l’inevitabile presenza di case abbandonate. Parlando con una signora del posto mi ha rilevato il motivo di tanto ordine: i proprietari delle varie abitazioni organizzano una festa di ferragosto e con il ricavato ogni anno aggiustano una parte della frazione. Non si trattava dell’efficienza del Comune, ma bensì dell’autonoma iniziativa degli abitanti del posto. Ho chiesto alla gentile signora se la negligenza del Comune fosse dettata dalla mancanza di incassi di tasse dalla piccola frazione, ma la risposta è stata tutt’altra. La gran parte delle case del borgo sono ormai seconde case, appartenenti a figli o nipoti degli antichi proprietari che ormai vivono in valle o in città e come tali pagano un bel po’ di Imu. Il Comune incassa, ma non spende. L’unico servizio presente era la raccolta dei rifiuti che viene comunque pagato e la strada che giungeva al borgo non brillava per manutenzione.

Questa situazione probabilmente è presente in altre zone di montagna frutto anche dello spopolamento delle zone più impervie comune a tutta l’Italia. L’iniziativa degli abitanti del piccolo borgo potrebbe sembrare un semplice caso di virtù civica, ma si presta ad altre considerazioni. Per primo è evidente che gli individui trovano il modo di cooperare indipendentemente dalla presenza o meno di un’organizzazione politica. Il processo di cooperazione è più facile in piccole comunità rispetto a quelli più grandi, ma quella che è un’organizzazione informale nel piccolo, formalizzandosi potrebbe funzionare anche nel grande lasciando una maggiore autonomia ai singoli. Questi piccoli borghi montani si presterebbero ad esperimenti di maggiore autonomia. Il Comune potrebbe rinunciare ad incassare l’Imu cedendo strade e illuminazione ai proprietari del borgo, in una sorta di privatizzazione. Rimarrebbe la gestione della spazzatura come servizio a parte e la strada che potrebbe essere remunerata un tot ad abitante o anche privatizzarla per un tratto rendendo proprietari gli abitanti delle frazioni che provvederebbero tassandosi autonomamente. Potrebbero non funzionare, ma sono esperimenti che andrebbero fatti sia per spostare più potere e responsabilità nelle mani dei cittadini, sia per cercare di combattere lo spopolamento delle zone interne.

Nella piccola frazione montana mancava qualsiasi esercizio commerciale e la solita signora gentile si è offerta di preparare il caffè nella sua casa, lamentandosi del fatto delle difficoltà ad aprire e gestire un piccolo bar. In effetti per servire pochi caffè all’anno dotarsi di registratore di cassa, di commercialista, fatturazione elettronica, ecc. ė una follia. Perché non concedere delle deroghe alla normale burocrazia per poter aprire più facilmente esercizi commerciali nelle zone isolate? Lo Stato non ci rimetterebbe niente in termini di entrate fiscali, ma combatterebbe lo spopolamento delle zone interne e creerebbe un piccolo turismo anche per posti poco accessibili. Non solo, ma ne beneficerebbe l’economia con la ristrutturazione delle vecchie case e con gli eventuali turisti. Allo stato pare non interessare aiutare i cittadini, ma martoriarli con tasse e burocrazia.

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