POLITICA & LAVORO

Embraco, tutti a Roma paga il "compagno" Cirio

Manco fosse un capo della Cgil, il governatore mette mano al portafoglio (dei piemontesi) per organizzare la protesta davanti al Mise. Il timore è che possa verificarsi un nuovo caso De Tomaso

Un tempo erano i sindacati a organizzare le trasferte e pagare gli autobus che affluivano a Roma per le adunate di piazza. Ora è la Regione Piemonte a farsi carico del costo dei torpedoni che porteranno, questa notte, gli operai dell’ex Embraco nella Capitale per chiedere un intervento al Governo a fronte dello stallo in fabbrica. Il tavolo al Mise è previsto il 23 ottobre, mentre da questa mattina gli oltre 409 addetti sono di nuovo in picchetto davanti alla sede dell’azienda per protesta dopo aver appreso che mentre loro restano in cassa integrazione, manager e consulenti legati ai vertici della nuova proprietà si godono stipendi d’oro che vanno tra i 24 e i 75mila euro al mese. Negli ultimi sei mesi ci sarebbero un milione e mezzo di emolumenti. Ma per fare cosa? “Il Governo, quando il ministro era Calenda, fece l’accordo ora chieda alla proprietà cosa intende fare” allarga le braccia il segretario della Fim di Torino Claudio Chiarle.

Quando all’inizio dell’estate dello scorso anno, il gruppo israeliano-cinese Ventures subentrò a Whirlpool per produrre robot per pulire pannelli fotovoltaici e, in seguito, sistemi per la depurazione delle acque. L’accordo prevedeva che gli oltre quattrocento addetti sarebbero rimasti al loro posto: nessuno avrebbe perso il lavoro. E invece, a oggi, la riorganizzazione è in altissimo mare, la cassa integrazione terminerà a giugno del 2020, scaduti i due anni richiesti dell’azienda al momento del subentro, e le possibilità di vedere ripartire l’attività si assottigliano ogni giorno.

Nei giorni scorsi, il gruppo Ventures ha chiesto 3 milioni per rilanciare la produzione alla ex Embraco e non sono in pochi a rivedere un film già visto, quello della De Tomaso, finito con investimenti milionari finiti nel nulla e la condanna dei protagonisti di quella triste vicenda. “I lavoratori sono stati presi in giro da Bruxelles e da Roma. Non vogliamo promesse ma impegni seri” aveva detto nei giorni scorsi Cirio, forse senza centrare perfettamente l’obiettivo. L’assessore al Lavoro Elena Chiorino sta cercando di favorire un incontro con le banche, ma gli istituti finora oppongono resistenza. “Dovremmo chiederci il perché – dice ancora Chiarle – forse non ci sono le garanzie necessarie? Forse anche loro sentono puzza di bruciato?”

Saranno circa 150, suddivisi su tre autobus, gli addetti che si recheranno nella notte a Roma. L’arrivo è previsto domani mattina. Secondo quanto appreso dallo Spiffero, sarà la Uilm ad anticipare il costo dei mezzi e successivamente la Regione dovrebbe risarcire il sindacato. La delibera d’impegno delle risorse è stata approvata in giunta e porta la firma in calce del presidente Alberto Cirio: un contributo fino a 8.500 euro per una manifestazione davanti al Ministero dello Sviluppo Economico. Un intervento inusuale, certo, ma che ha un precedente, quando Sergio Chiamparino contribuì alle spese di viaggio di una delegazione di lavoratori a Bruxelles.

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