LA NUOVA REGIONE

"Piemonte in credito con Roma"

Accogliendo la presidente del Senato Casellati, il governatore Cirio presenta il conto alle istituzioni nazionali. "Abbiamo fatto l'Italia ora occorre attenzione alle nostre esigenze". E prepara la visita del premier Conte: "Con noi ha preso degli impegni"

No, non dice “Roma ladrona”, slogan mandato in soffitta persino dal suo stesso azionista di maggioranza, quella Lega cui deve l’elezione a governatore del Piemonte, ma non per questo Alberto Cirio rinuncia a rivendicare dalle istituzioni nazionali maggiore considerazione per la sua terra. “Abbiamo un credito forte da esigere sia da Bruxelles sia da Roma ed è il mio lavoro – ha ribadito oggi il presidente della Regione a margine dell’incontro con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati –. Questo passa attraverso momenti istituzionali come questi in cui si ricorda al nostro Stato che il Piemonte c’è e che non può essere preso in giro. Questo momento culminerà con la visita del presidente Giuseppe Conte che è annunciata per il 22 di ottobre”.

Al premier, Cirio intende presentare il conto su alcuni impegni presi in occasione della sua ultima visita, a cominciare dalla ripresa “entro l’estate” dei lavori dell’Asti-Cuneo. Era il 18 marzo, l’avvocato del popolo era a capo di un governo gialloverde e al piano nobile di piazza Castello sedeva Sergio Chiamparino: sul troncone della grande incompiuta tutto sembrava risolto. Tornerà con i vessilli giallorossi il prossimo 22 ottobre. “A Conte ho detto e ho scritto che lo attendo sul territorio piemontese perché all'inizio dell’estate la sua presenza in Piemonte era stata accompagnata da promesse e impegni ben precisi sull'avvio di alcune opere strategiche per le infrastrutture piemontesi che non sono partite. Dal momento che io ritengo che il presidente del Consiglio se viene e mette la faccia da persona seria, come lo ritengo, debba ritornare a spiegare perché questo non è avvenuto, gli ho voluto scrivere ed è il motivo per cui insisterò ancora nelle prossime settimane per ottenere questa sua presenza più completa. Perché è bello venire da Roma ad annunciare le cose ma bisogna anche venirle a finire. Perché se uno viene solo ad annunciarle e poi non partono o se iniziano e non finiscono, io credo che non sia un bene per il nostro Paese”.

Cirio è un langhetto, un politico concreto, con i piedi ben ancorati a terra e con quell’arguzia barotta non si fa certo abbindolare dai lustrini. “Sono contento perché mi ritengo fortunato di avere potuto ricevere in quindici giorni le due cariche più importanti dello Stato, Mattarella, dieci giorni fa e ora la presidente del Senato – ha spiegato oggi ricevendo l’inquilina di Palazzo Madama –. Ho ribadito che il Piemonte l’Italia l’ha fatta e sono contento della sensibilità dimostrata dalla Casellati su Cavour. Ha voluto venire qui al Cambio per vedere il ristorante dove si sedeva”. Tutto molto bello e gratificante, ma occorre altro. “Sono momenti – ha concluso – che dimostrano che questa città è una capitale, che il Piemonte nella creazione del paese ha avuto un ruolo fondamentale e oggi ha bisogno che l’Italia si ricordi di lui come noi ci siamo ricordati dell’Italia tante volte”.

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