VERSO IL VOTO

"Nessun accordo con Appendino"

Questa la parola d'ordine alla riunione della coalizione di centrosinistra in vista delle elezioni di Torino 2021. Un punto fermo per tenere il dibattito a livello locale e scongiurare possibili trasposizioni dell'alleanza di governo

L’inizio di un percorso, la volontà di confrontarsi per arrivare uniti all’appuntamento elettorale del 2021. A sentire i protagonisti dell’incontro allargato della coalizione di centrosinistra, promosso dal Pd nel quartier generale di Torino in via Masserano, il giro d’orizzonte è servito più che altro per “guardarsi in faccia” e convenire su un punto saliente: indipendentemente da quanto avverrà a Roma e da quale sarà il futuro dell'esecutivo giallorosso, alle prossime amministrative sotto la Mole il candidato sindaco sarà espressione del centrosinistra. Insomma, nessuno si azzardi a proporre formule e men che meno scambi in chiave nazionale, come pure è stato ventilato nelle scorse settimane con Roma assegnata al Pd (per lo zingarettiano Roberto Morassut) cedendo Torino all’alleato grillino.

Attorno al tavolo tutte le sigle immaginabili, la sinistra si è addirittura presentata con tre delegazioni separate: l’ex assessore Gianguido Passoni e Alessio Sanna nelle vesti di rappresentanti della lista Progetto Torino; Nicola Pomponio e Sergio Bisacca per Articolo 1; Marco Grimaldi e Alberto Re portabandiera di Sinistra Italiana. Poi c’era il radicale Igor Boni per Più Europa, Carlotta Salerno dei Moderati, Mario Giaccone e Francesco Tresso della Lista Civica ex Monviso, Davide Ricca e Roberto Gentile per i renziani di Italia Viva, Fausto Sorino di Demos. Padroni di casa il segretario Pd Mimmo Carretta, il responsabile Enti locali Raffaele Gallo e il presidente provinciale Domenico Cerabona. “Eravamo talmente tanti che se ognuno di noi portasse in dote cento voti saremmo a un passo dalla vittoria” scherza uno dei partecipanti.

Ma d’altronde non poteva essere altrimenti. Almeno in questa prima fase il Pd è intenzionato a far sentire tutti coinvolti. Così Carretta spera di sottrarre il più possibile Torino alle dinamiche politiche nazionali e a un’alleanza che già qualcuno preconizza con i Cinquestelle, cavalcando l’onda del governo giallorosso. Più il dibattito sul futuro di Torino si svolgerà in ambito locale più facile sarà convenire sulla necessità di andare oltre Chiara Appendino e la sua giunta. Nei giorni in cui le anagrafi esplodono e Palazzo Civico continua a mostrare la corda sulle principali scelte amministrative, l'obiettivo di tenere unito il fronte critico è per il momento raggiunto. Al netto delle posizioni intransigenti - larga parte del Pd e i Moderati - indisponibile a prendere in considerazione un'alleanza con i grillini, oggi nessuno, seppur con sfumature diverse, ha avuto parole di apertura verso i Cinquestelle della Sala Rossa. E questo è un punto di partenza, fino a ieri non del tutto scontato.

Se a Torino, almeno per il momento, la coalizione appare compatta, altrove la situazione appare più fluida, a partire da Moncalieri, la seconda città della provincia, che andrà al voto il prossimo anno. Il circolo locale si è espresso chiaramente a favore della ricandidatura di Paolo Montagna, ma tra gli alleati non mancano dubbi e distinguo, emersi anche nella riunione di oggi. Tra i più critici i renziani di Italia Viva, che in Consiglio possono contare sulla capogruppo Jennifer Furci, e i Moderati, da sempre in posizione “dialettica” nei confronti del sindaco, costretto a destreggiarsi in questo suo primo mandato tra una crisi e l’altra. 

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