"Nessun accordo con Appendino"
18:57 Venerdì 11 Ottobre 2019Questa la parola d'ordine alla riunione della coalizione di centrosinistra in vista delle elezioni di Torino 2021. Un punto fermo per tenere il dibattito a livello locale e scongiurare possibili trasposizioni dell'alleanza di governo
L’inizio di un percorso, la volontà di confrontarsi per arrivare uniti all’appuntamento elettorale del 2021. A sentire i protagonisti dell’incontro allargato della coalizione di centrosinistra, promosso dal Pd nel quartier generale di Torino in via Masserano, il giro d’orizzonte è servito più che altro per “guardarsi in faccia” e convenire su un punto saliente: indipendentemente da quanto avverrà a Roma e da quale sarà il futuro dell'esecutivo giallorosso, alle prossime amministrative sotto la Mole il candidato sindaco sarà espressione del centrosinistra. Insomma, nessuno si azzardi a proporre formule e men che meno scambi in chiave nazionale, come pure è stato ventilato nelle scorse settimane con Roma assegnata al Pd (per lo zingarettiano Roberto Morassut) cedendo Torino all’alleato grillino.
Attorno al tavolo tutte le sigle immaginabili, la sinistra si è addirittura presentata con tre delegazioni separate: l’ex assessore Gianguido Passoni e Alessio Sanna nelle vesti di rappresentanti della lista Progetto Torino; Nicola Pomponio e Sergio Bisacca per Articolo 1; Marco Grimaldi e Alberto Re portabandiera di Sinistra Italiana. Poi c’era il radicale Igor Boni per Più Europa, Carlotta Salerno dei Moderati, Mario Giaccone e Francesco Tresso della Lista Civica ex Monviso, Davide Ricca e Roberto Gentile per i renziani di Italia Viva, Fausto Sorino di Demos. Padroni di casa il segretario Pd Mimmo Carretta, il responsabile Enti locali Raffaele Gallo e il presidente provinciale Domenico Cerabona. “Eravamo talmente tanti che se ognuno di noi portasse in dote cento voti saremmo a un passo dalla vittoria” scherza uno dei partecipanti.
Ma d’altronde non poteva essere altrimenti. Almeno in questa prima fase il Pd è intenzionato a far sentire tutti coinvolti. Così Carretta spera di sottrarre il più possibile Torino alle dinamiche politiche nazionali e a un’alleanza che già qualcuno preconizza con i Cinquestelle, cavalcando l’onda del governo giallorosso. Più il dibattito sul futuro di Torino si svolgerà in ambito locale più facile sarà convenire sulla necessità di andare oltre Chiara Appendino e la sua giunta. Nei giorni in cui le anagrafi esplodono e Palazzo Civico continua a mostrare la corda sulle principali scelte amministrative, l'obiettivo di tenere unito il fronte critico è per il momento raggiunto. Al netto delle posizioni intransigenti - larga parte del Pd e i Moderati - indisponibile a prendere in considerazione un'alleanza con i grillini, oggi nessuno, seppur con sfumature diverse, ha avuto parole di apertura verso i Cinquestelle della Sala Rossa. E questo è un punto di partenza, fino a ieri non del tutto scontato.
Se a Torino, almeno per il momento, la coalizione appare compatta, altrove la situazione appare più fluida, a partire da Moncalieri, la seconda città della provincia, che andrà al voto il prossimo anno. Il circolo locale si è espresso chiaramente a favore della ricandidatura di Paolo Montagna, ma tra gli alleati non mancano dubbi e distinguo, emersi anche nella riunione di oggi. Tra i più critici i renziani di Italia Viva, che in Consiglio possono contare sulla capogruppo Jennifer Furci, e i Moderati, da sempre in posizione “dialettica” nei confronti del sindaco, costretto a destreggiarsi in questo suo primo mandato tra una crisi e l’altra.