Centrosinistra e la "questione" 5 stelle
Giorgio Merlo 08:00 Lunedì 14 Ottobre 2019
Dunque, il dibattito all’interno del Pd su come ricostruire una coalizione di centrosinistra alternativa al centrodestra, ruota attorno alla scelta su che cosa farà il partito di Grillo e Casaleggio. O meglio, come affrontare e soprattutto come regolarsi con il partito dei 5 stelle. E, su questo versante, la scelta è fra due opzioni. C’è chi, nel Pd, lavora alacremente per costruire un soggetto unico dove i democratici e i seguaci di Grillo possano convivere nell’arco di poco tempo nel medesimo contenitore politico ed elettorale e c’è chi, invece, pensa che si debba dar vita ad una alleanza solida e strutturata in tutta Italia, ovvero, da pianificare e presentare per tutte le elezioni: comunali, provinciali, regionali e nazionali. Due prospettive che prevedono, comunque sia, una alleanza politica, culturale e programmatica con il partito di Grillo e Casaleggio per gli anni futuri.
Ora, al di là della buona volontà e della legittimità di queste posizioni, è indubbio che trasformare una oggettiva operazione trasformistica – cioè il governo Conte 2 – in un progetto politico di lunga durata non è una cosa né semplice e né facile. Servono spregiudicatezza, scaltrezza ma anche coraggio e inventiva. Perché il nodo politico di fondo resta sempre quello. E cioè, in che cosa consiste e dov’è la ragione politica e culturale essenziale e decisiva che porta ad un accordo politico e programmatico di vasta durata e di lungo periodo? Sono sufficienti l’avversione viscerale e violenta nei confronti di Salvini e della Lega per giustificare una alleanza del genere? O è sufficientemente credibile la tesi di una permanenza al potere per evitare una sconfitta quasi certa e scientifica per spiegare le ragioni di questa alleanza in tutta Italia?
Sono domande legittime a cui, prima o poi, bisognerà dare una risposta politica credibile e seria. Perché il “rischio del ritorno del fascismo” o la “deriva autoritaria” rappresentata da Salvini e dalla Lega, come ormai quasi tutti sanno, sono pillole propagandistiche e demagogiche che non possono essere dispensate per molto tempo. Certo, alcuni possono abboccare per qualche mese ma poi, inesorabilmente, la propaganda cederà il passo alla realtà. E sarà, come sempre, la politica a ritornare protagonista nel costruire coalizioni credibili e sufficientemente stabili e non esposte al vento del trasformismo e dell’opportunismo.
Ecco perché il tema del rapporto/confronto con i 5 stelle non è un tema secondario né marginale rispetto al futuro – sempre che esista ancora – del centrosinistra. Una coalizione che, se prevede la partecipazione attiva, se non addirittura determinante, del movimento dei 5 stelle, rischia di cambiare profondamente se non irreversibilmente il suo profilo e la sua natura. Perché il trasferimento meccanico dell’alleanza nazionale alle realtà locali può sortire sempre effetti sorprendenti. Non solo a livello politico ma anche e soprattutto sul versante elettorale. Comunque sia, il tema del centrosinistra e del rapporto con i 5 stelle, è un capitolo che ormai non può più essere eluso. A partire dal comune di Torino e da molte altre realtà comunali del Piemonte.