Sul Parco della Salute incognita bonifiche
Stefano Rizzi 06:45 Lunedì 09 Dicembre 2019Con tre anni di ritardo la Regione predispone il bando per dare il via ai lavori per eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze potenzialmente pericolose. Si parte nei primi mesi del 2020, assicura il direttore Falco. Interventi per oltre 18 milioni
“L’obiettivo è far partire la gara all’inizio del 2018”. Era il 20 marzo del 2017 quando l’allora assessore alla Sanità Antonio Saitta indicava la deadline per l’affidamento dei lavori di bonifica nel sito in cui dovrà sorgere il Parco della Salute. Lo stesso giorno la giunta di Sergio Chiamparino aveva approvato una delibera in cui si stabiliva il ruolo di stazione appaltante per la l’azienda Città della Salute e veniva indicato il valore del bando in 18 milioni e 480mila euro, finanziati per la quasi totalità (eccetto un contributo regionale di 880mila euro) da fondi statali.
Da quel 20 marzo sono trascorsi quasi tre anni. La gara non solo non è partita nel 2018, ma neppure quest’anno. “Gli uffici sono in dirittura d’arrivo nella predisposizione del bando” spiega allo Spiffero il direttore generale della Città della Salute, Silvio Falco, ipotizzando la pubblicazione della gara europea “nei primi mesi dell’anno” e, ottimisticamente, auspicando di “vedere le ruspe nella seconda metà del 2020”. Date che scivolano, obiettivi che si allontanano e il rischio che le prime si accavallino pericolosamente con quelle del calendario per l’avvio della progettazione vera e propria del grande polo sanitario sembra avvicinarsi pericolosamente. “Siamo in linea con i tempi del progetto”, rassicura Falco. Ed è auspicabile che sia così, perché tra i non pochi intoppi lungo il percorso mancherebbe solo più un rallentamento delle operazioni di bonifica del sito.
L’eventualità che si possano prolungare oltre la previsione stimata in un periodo di circa un anno e mezzo, sussiste e nessuno la può escludere con certezza: tutto o molto dipenderà da che cosa si troverà nel sottosuolo di un’area che ha ospitato per decenni stabilimenti – l’area, come noto è quella dell’ex Fiat Avio – che hanno sversato qualunque genere di residui, in epoche in cui l’attenzione all’ambiente era prossima allo zero e altrettanto ridotte le misure per contenere le emissioni di inquinanti, per non dire del pesante velo su una serie di produzioni coperte dal segreto militare.
La bonifica incominciata negli anni scorsi per consentire l’edificazione del palazzo della Regione ha in gran parte indicato ai tecnici la natura dei metalli pesanti e altre sostanze contenute nel terreno, ma un non residuale margine di incognita permane e che cosa si potrà trovare condizionerà non poco i tempi, peraltro già dilatati nella fase burocratica.
“Il Parco della Salute va realizzato attraverso una serie di verifiche che stiamo facendo per quanto concerne le bonifiche propedeutiche all'intervento”, aveva premesso Alberto Cirio ai primi di luglio intervenendo a un convegno sulla sanità. In quell’occasione il governatore aveva spiegato come “dopo i casi di Nizza, Verduno e dello stesso nostro grattacielo non possiamo permetterci di partire con un’opera che poi non viene fatta in tempi certi. Le opere si realizzano in tempi certi solo se prima dei lavori sono state fatte tutte le verifiche. Sarà che io da albese sono bruciato dall’esperienza di Verduno ma vorrei evitare di impiegare vent’anni a costruire un ospedale perché si scopre a cantieri aperti che le fondamenta non tengono perché sotto c’è acqua”.
E con assoluta certezza cosa ci sia sotto il terreno su cui dovrà nascere il Parco della Salute nessuno può saperlo con granitica certezza fin quando non si scava e si analizza. Un lavoro complesso, come confermano i tempi per la valutazione da parte dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, della documentazione richiesta la primavera scorsa alla Città della Salute. Adesso, come spiega Falco, la predisposizione del bando “è in dirittura d’arrivo”. Con almeno due anni di ritardo dalla road map indicata dalla precedente amministrazione regionale.
Dunque, mentre restano ancora sul tavolo i tutt’altro che trascurabili interrogativi sulle scelte che il nuovo governo del Piemonte intende fare sul polo pediatrico,con l’assessore alla Sanità Luigi Icardi che rispondendo indirettamente al flash mob di protesta contro l’ipotesi di tenere fuori il Sant’Anna dal Parco della Salute dà la sua “disponibilità a valutare proposte serie e costruttive per giungere ad una decisione che al momento non è ancora stata presa”, sul futuro polo sanitario pesa il fardello di quei ritardi sui lavori propedeutici a tutti gli altri: quelli di bonifica dell’area.
Non paiono esservi ragioni oggettive per dubitare delle previsioni di Falco che, stando ai rumors, potrebbe a brave trovarsi a seguire l’iter nel nuovo ruolo di direttore regionale della Sanità. Come del resto non se ne erano intravviste quando, ormai poco meno di tre anni fa, Saitta indicò nell’inizio del 2018 l’indizione della gara. “Passo dopo passo si scala la montagna” ricorda il direttore generale della Città della Salute, appassionato alpinista. Il problema è che, in questo caso, più che scalare si tratta di scavare. Senza sapere cosa si troverà. Con la certezza di essere in ritardo.