Lavoro, Cirio chiede lo stato di crisi
19:02 Mercoledì 18 Dicembre 2019L'annuncio del governatore che vuole da Roma più fondi per formazione e ammortizzatori sociali. In Piemonte ci sono 5mila posti a rischio. Si spera in Fca, domani dibattito in Consiglio sulla fusione con Peugeot
“Chiederò lo stato di emergenza occupazionale per il Piemonte, siamo pronti a istituire un tavolo politico per monitorare la crisi e, in accordo con i sindaci e le organizzazioni dei lavoratori, avere la forza per chiedere a Roma i fondi necessari per il sostentamento delle famiglie e la riqualificazione professionale delle maestranze”. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Alberto Cirio dopo l’incontro con i rappresentanti delle cinque aziende piemontesi in crisi e i cui addetti rischiano il licenziamento. Il presidente intende chiedere al Consiglio di votare lo stato di crisi e, appunto, costituire una cabina di regia permanente “perché una crisi occupazionale nel suo complesso così grave, con almeno 5mila posti di lavoro a rischio nella nostra Regione va affrontata come una vera e propria calamità naturale”. Parole che rendono bene l’idea di un territorio che improvvisamente sta facendo i conti con delocalizzazioni, chiusure di stabilimenti, licenziamenti.
Dall’ex Embraco alla Mahle, dall’Ilva alla Lear, fino all’Alpitel. È uno stillicidio di cui il settore metalmeccanico è il primo responsabile e per questo viene naturale interrogarsi sulle possibili ricadute territoriali dell’imminente accordo tra Fca e Peugeot in un territorio in cui il Polo del lusso promesso dal Lingotto rappresenta ancora una delle principali garanzie occupazionali, dirette e indirette, tramite l’indotto. L’assessore al Lavoro Elena Chiorino, nei giorni scorsi finita nel mirino dei sindacati per la conduzione di alcune trattative, ha spiegato che c’è la massima attenzione sulle crisi aziendali, “siamo in contatto con tutti per monitorare le situazioni critiche”. “Abbiamo già firmato un protocollo d’intesa con le banche per tamponare i ritardi Inps sulla cassa integrazione, per avere l’anticipo a costo zero per i lavoratori – conclude Chiorino – al Ministero del Lavoro chiederemo di aumentare i fondi.