PALAZZO CIVICO

Appendino punta al bis

La sindaca non esclude più l'eventualità di una ricandidatura. Il fratellino per Sara può attendere, ma molto dipenderà da come uscirà dal lungo inverno giudiziario. Intanto la sua posizione "governista" nel M5s si rafforza con la promozione di Azzolina a ministro dell'Istruzione

“Per quanto riguarda il 2021, io e noi scioglieremo i nodi dopo l’estate. Le decisioni verranno prese allora, adesso non ci sono decisioni prese”. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, non esclude più l’eventualità di ricandidarsi alla guida della città per un secondo mandato. “Il tema non è quello che farò io ma le radici che stiamo mettendo su alcuni progetti in città”, ha aggiunto la prima cittadina citando ambiente, Apt Finals e bilancio. “Finalmente oggi abbiamo un bilancio in equilibrio, sono semi che abbiamo piantato e che a prescindere da chi sarà verranno portati avanti. Per quanto riguarda la sottoscritta lo decideremo dopo l’estate, sarà il momento giusto per farlo”.

Pochi avevano davvero creduto a quella sua fin troppo esternata esclusione di una sua ricandidatura a sindaco, mascherata con la volontà di dare un fratellino a Sara, la primogenita nata proprio al suo esordio da prima cittadina. E anche quel muro del doppio mandato che i grillini avevano rappresentato come insuperabile si è andato ormai sgretolando. Così non stupisce più di tanto, anche se resta pur sempre un pesante sasso nello stagno della politica torinese (e non solo), quella che appare più di un’eventualità accarezzata da Appendino: ripresentarsi nel 2021 per provare a guidare per altri cinque anni la città.

Finora Appendino aveva sempre escluso una nuova corsa e la scorsa estate, quando il capo politico M5s Luigi Di Maio aveva lanciato il “mandato zero”, con deroga al principio aureo dei due mandati ma solo per i consiglieri comunali e municipali, non per i sindaci, lei aveva plaudito a “una buona regola”, ribadendo: “Non mi ricandiderò”. Linterpretazione, comunque, non è univoca e c'’è chi sostiene che l’esperienza di Appendino come consigliera comunale di opposizione, nella precedente legislatura con Piero Fassino sindaco, sia da considerare ugualmente un “mandato zero”, lasciando aperta la possibilità di ripresentarsi tra un anno e mezzo

La verità, visto che pur essendo in politica tutto possibile risulta difficile pensare abbia cambiato opinione dalla sera alla mattina, è che quelle ostentate dichiarazioni di un termine perentorio alla sua esperienza politica sotto la Mole, suffragate dal legittimo desiderio di dedicarsi alla famiglia, si mostrano oggi per quello che realmente erano, o comunque sono state negli ultimi mesi. Un periodo questo, in cui non è passato inosservato un crescente rafforzamento da parte dei vertici del movimento della sua sindaca, passato anche per quel plotone ministeriale con cui i grillini hanno appunto rafforzato la Appendino e messo in posizione decisamente minoritaria il Pd. Non è improbabile che l'odierna apertura sia parte di una strategia rivolta in primis all'attuale alleato di governo, quel Pd che a livello romano non guarda affatto con ostilità al dialogo con i 5 stelle, prospettiva che invece a livello locale viene osteggiata. Si vedrà, di certo Appendino ci sta lavorando, anzitutto per assicurare a se stessa un futuro che non necessariamente passerà per un suo secondo mandato a Palazzo civico ma che non potrà prescindere da chi vi concorrerà.

Il sempre più solido asse con Luigi Di Maio, l’aver messo ormai in soffitta – insieme ai tanti specchietti per le allodole usati nelle campagne elettorali – anche il divieto a superare il secondo mandato elettivo (per lei raggiunto con l’elezione a sindaco dopo cinque anni da consigliera comunale), hanno fatto dunque cambiare idea alla sindaca. Dice che sarà “dopo l’estate il momento giusto per farlo”. Quindi non bisognerà attendere più di tanto per avere conferma di quella che pare un’intenzione piuttosto chiara. Nel novero delle stagioni deve comunque mettere anche il rigido inverno giudiziario, con i processi per i fatti di Piazza San Carlo e la vicenda Ream. Cose che se fossero toccate ad esponenti di altri partiti i grillini avrebbero alzato le barricate al solo pensiero di una ricandidatura. E proprio in merito al processo che la vede imputata per i fatti relativi alla tragica notte del 3 giugno 2017 ha voluto precisa che la scelta del rito abbreviato non è stata dettata “né in termini elettorali, di consenso o di convenienza rispetto al 2021. È stata fatta perché io ho un ruolo apicale, sono un sindaco, quindi ritengo che un sindaco debba scegliere la procedura che porta a sentenza il prima possibile”. 

Tante cose sono cambiate anche nel movimento. Incominciando da quel fermo proposito di non ricandidarsi. A partire da quell'asse filo governativo M5s, di cui è tra i principali esponenti, oggi ulteriormente rafforzato con la indicazione della piemontese d'adozione Lucia Azzolina a ministro dell'Istruzione, al posto del dimissionario Lorenzo Fioramonti: “Faccio i miei complimenti e gli auguri di buon lavoro. Una ministra di nuovo piemontese che potrà rafforzare i legami fra Torino e il Governo”, quelli che nei giochi tra Roma e la Mole potrebbe assicurare a lei un salvacondotto politico: ricandidatura al Comune o, più credibilmente, un qualche incarico nazionale in cambio di una soluzione “condivisa” tra M5s e Pd (magari al secondo turno).

Nello stilare con i giornalisti il tradizionale bilancio di fine anno, la sindaca ha sfoggiato un certo ottimismo: “Il 2019 è stato un anno di risultati importantissimi per Torino – ha spiegato –, ma sarà il 2020 a essere il vero e proprio anno del rilancio. Dopo tre anni di intenso lavoro, ora si vedono i frutti”. Tutti positivi, a parer suo ovviamente. “Abbiamo sempre detto che Torino riparte e, nonostante ci sia ancora tanto da fare, ora riparte davvero”, ha affermato. “Siamo partiti da una situazione di bilancio molto complessa, adottando un piano di rientro impopolare. Abbiamo fatto una scelta giusta, che ci ha permesso di approvare, lo scorso novembre, il bilancio di previsione entro i termini, cosa che non avveniva da 25 anni”, ha ricordato in apertura della conferenza stampa. Secondo la prima cittadina, il 2020 per Torino sarà un anno “importante, in cui porteremo a compimento un lungo e faticoso percorso. Partiranno 50 milioni di investimenti, che significa manutenzioni straordinarie, quindi marciapiedi, strade, aree verdi. E saremo protagonisti in tanti temi”. Dall’innovazione, con la diffusione della tecnologia 5G e nuove sperimentazioni su guida autonoma e droni, all’ambiente, con l’estensione della raccolta differenziata, la riduzione del traffico grazie alla nuova Ztl e alla metro 2, nonché' alle oltre mille postazioni di ricarica per auto elettriche. Quando al lavoro, Appendino ricorda in un video le risorse stanziate dal governo per il rilancio di Torino, 1 miliardo di euro, tra cui gli 830 per la metro 2, e le oltre 500 nuove assunzioni nel piano 2020-2022 della Città.

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