Il 2020 sarà eccezionale

Il presidente del Consiglio ha definito “bellissimo” l’anno oramai passato. Mantenendo il suo medesimo livello di ottimismo possiamo ritenere che il 2020 si annunci addirittura “eccezionale”. A sostegno di tale visione positiva giungono in aiuto alcuni “piccoli” accadimenti verificatesi tra gli ultimissimi giorni di dicembre e i primi del mese in corso. Fatti inducenti ad avvalorare il motto Il buongiorno si vede dal mattino. Prepariamoci quindi a dodici mesi impareggiabili nella loro magnificenza.

Al 31 dicembre siamo arrivati faticosamente, tra una moltitudine di video salviniani divulgati da tutte le reti nazionali e sciagure varie. Non paghi del meraviglioso clamore che ci ha accompagnato per 12 mesi, abbiamo voluto riempire occhi e orecchie con le tante sintesi giornalistiche dedicate ai fatti di politica e società del morente anno.

In tal modo è stato facile constatare come lo stupendo 2019 si sia reso “unico” grazie agli innumerevoli eccidi religiosi, alle solite guerre di potere economico (molte vicino a casa nostra - vedi Libia), alle calamità naturali (sovente causate dalle opere umane edificate nel nome del profitto), alle tante chiusure di fabbriche con susseguenti licenziamenti, agli episodi nauseabondi di razzismo e neonazismo.

Il decennio quasi defunto non ha fatto in tempo a passare il testimone a quello nuovo che immediatamente siamo stati pervasi da una soave ondata d’euforia.

Ancor prima che sorgessero le prime luci dell’alba del 2020, le forze a tutela dell’ordine si sono portate a Bussoleno (Valle Susa, Torino) per una missione molto delicata. Il soggetto da ammanettare non era semplicemente il capo di una cosca mafiosa avente diramazioni internazionali, e neppure il leader indiscusso di una cellula terroristica neonazista o fascioislamica. La persona oggetto delle attenzioni dei militari, da trasferire in carcere, era addirittura Nicoletta Dosio: professoressa liceale di 73 anni e militante affamata di giustizia sociale.

L’operazione, di vitale importanza per lo Stato, ha raggiunto il suo obiettivo e la storica No Tav (Dosio contrasta quell’opera definita un mangia soldi sin dagli anni ’90) da qualche giorno risiede in una cella del carcere “Lorusso e Cutugno”, dove sconta la pena di un anno di reclusione. Il reato contestatole è tra quelli su cui non si può sorvolare, e l’accusa non può ammettere cedimenti in merito: tenere uno striscione in mano durante un sit-in di protesta che ferma il traffico autostradale merita una punizione esemplare (e del diritto a manifestare il proprio dissenso chissenefrega). 

La condanna di Nicoletta a un anno di prigionia ha un che di assurdo. L’ipotesi di reato stabilisce una pena edittale minima di 15 giorni, ed è inconcepibile a livello politico valutando il livello repressivo portato ai danni del movimento valsusino in questi ultimi tempi (giunto all’apice con la condanna della “pasionaria” di Bussoleno). Il suo rifiuto a chiedere la grazia al Presidente della Repubblica è una scelta coraggiosa, ma certamente comprensibile per chi ancora crede nella libertà di opinione e di manifestazione pubblica pensiero (specialmente se non contaminato da principi anticostituzionali).

Certamente l’Italia, con la deportazione in carcere della professoressa, ha iniziato l’anno mettendosi su una rotta antidemocratica, resa ancor più insidiosa dall’approvazione del famelico “Decreto Sicurezza” da parte della vecchia maggioranza gialloverde: norma assolutamente punitiva verso chi scende in piazza (lavoratori in esubero o studenti essi siano).

L’anno 2020 inizia quindi la sua corsa in un Paese meno libero e anche maggiormente corrotto. Il prefetto di Cosenza è stato indagato il 31 dicembre con l’accusa di aver intascato una mazzetta di 700 euro. L’alta carica dello Stato sembra abbia venduto favori in cambio di una manciata di soldi: fatto sconvolgente e incomprensibile se la presunta mazzetta venisse rapportata allo stipendio di un dirigente pubblico apicale.

Davvero belli questi 366 giorni che si profilano all’orizzonte, ma per renderli perfetti manca uno scenario di guerra nuovo, ma non troppo, e soprattutto ideale per fare sbizzarrire i giornalisti in comparazioni di forze in campo e caccia in volo. Nei primissimi attimi di gennaio, con le bottiglie stappate da poco per festeggiare Capodanno, il grande genio del nazionalismo a stelle e strisce ha pensato bene di poter distrarre l’opinione pubblica dal suo procedimento di impeachment, colpendo con un missile l’autovettura del generale iraniano Solimani.

La bomba, lanciata da un drone militare, ha letteralmente polverizzato il comandante (di cui si è trovato intatto solamente un braccio) oltre a destabilizzare ulteriormente il cosiddetto “scacchiere orientale”, già scosso dalla presenza di truppe di terra turche in Libia. Ora il mondo intero assiste alle prime rappresaglie e contro-rappresaglie globali, con immancabili vittime civili.

Un 2020 che si annuncia davvero eccezionale!!

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