RENZIANI & AFFINI

Italia Viva è un po' smorta, Portas prova a rianimarla

Renzi affida al leader dei Moderati la macchina organizzativa di Italia Viva a Torino in vista delle prossime amministrative. Pronto ad accettare solo se ottiene carta bianca. L'1 e il 2 febbraio l'assemblea nazionale del partito

“Mimmo pensaci tu”. Chissà se ha usato proprio queste parole Matteo Renzi, ieri, in Senato nel suo ufficio a Palazzo Giustiniani, durante il colloquio con Giacomo Portas, fissato per stabilire compiti e soprattutto gerarchie di Italia Viva a Torino e in Piemonte. Il senso comunque è quello. In particolare per quanto riguarda il capoluogo, il leader dei Moderati avrebbe ottenuto quel che voleva per scacciare via, almeno temporaneamente, i sintomi di un pentimento dopo l’entusiastica adesione autunnale. Avrà carta bianca, soprattutto in vista delle elezioni del 2021 nel capoluogo. Così, dopo giorni di maretta interna, pare profilarsi un po' di bonaccia, aspettando l’assemblea nazionale dell’1 e 2 febbraio, annunciata da Renzi, nella sua newsletter, poco prima di prendere il volo per Pechino, dov’è sbarcato in mattinata.

Certo tra le truppe l’umore non è dei più alti, gli ultimi sondaggi certificano una situazione di stallo: secondo l’ultimo sondaggio dell’Istituto Ixè Italia Viva è inchiodata al 3,6 per cento, proprio mentre Pd e M5s cercano l’accordo per una legge elettorale proporzionale alla tedesca con sbarramento al 5%. È questo lo scenario in cui Portas è chiamato a operare in una Torino in cui lui, più che Italia Viva, vuole rafforzare quel consenso ormai radicato in oltre dieci anni di Moderati. Alle comunali del 2016 la sua lista sfiorò il 6% pur in un contesto che vide Piero Fassino sconfitto, alle ultime regionali, in città, si è attestato al 4%. Insomma, c’è uno zoccolo duro di elettori e amministratori in grado di assicuare il risultato e un brand conosciuto sul territorio. la presenza di un simbolo che possa pescare nello stesso bacino è visto come  fumo negli occhi, da qui l’esigenza di evitare concorrenza “amica” nelle urne. “Ai partiti serve un’organizzazione” andava ripetendo da settimane Portas come un disco rotto, mal celando la delusione per quell’incarico a capo della macchina di Italia Viva che Renzi gli aveva lasciato intendere potesse essere suo, prima di affidarlo a Ettore Rosato. Ora avrà pieni poteri (o quasi) almeno su Torino e la sua area metropolitana. Sempre se deciderà di accettare la missione. Portas, infatti, si è riservato di sciogliere le riserve in tempi brevi. Per il momento continua a ribadire ai suoi interlocutori che “io sono dei Moderati, con Italia Viva siamo federati, quindi facciano quel che vogliono”. Ora però sono in tanti ad aspettarsi proprio da lui chiarezza nel rapporto con Italia Viva. Insomma, o dentro o fuori.

Per carità, guai a mettergliela in questi termini, potrebbe alzare i tacchi in quattro e quattr’otto. E sì che in questi giorni ci ha pensato di lasciare Renzi osservando la palude che s’inghiottiva il partito nell’impasse generale e con il grande capo impegnato a fare il conferenziere in giro per il mondo. A Torino Portas è l’unico che può portare in dote un pacchetto di consiglieri comunali e nelle varie circoscrizioni, l’unico ad avere un eletto nel capoluogo, in Città Metropolitana e in Regione (peraltro è lo stesso ovunque e si tratta del ciellino Silvio Magliano). Un argomento usato già in passato, anche con Renzi, per convincerlo della differenza di peso specifico tra lui e gli altri due parlamentari torinesi, il boschiano Mauro Maria Marino – che ha perso per strada gran parte della sua componente quando ha deciso di lasciare il Pd - e Silvia Fregolent, la candidata naturale a sindaco, qualora il Pd scegliesse la strada dell’accordo con il M5s e i renziani decidessero di rompere. L’ostilità verso i Cinquestelle è oggi il principale collante che tiene insieme Iv e Moderati: per entrambi non c’è spazio per alcun tipo di accordo. Il primo passaggio riguarda adesso i vertici locali del partito. Ogni provincia sarà guidata, infatti, da una diarchia composta da un uomo e una donna e lo stesso vale per i vari circoli che stanno sorgendo in ogni comune. I pretendenti, come da tradizione, non mancano.

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