LA SACRA RUOTA

Fca conferma gli impegni (per ora)

Nessuna nuova buone nuove. Gorlier rassicura Cirio sui progetti legati al polo dell'elettrico torinese. Due miliardi di investimenti e piena occupazione nel 2022: ma che succederà quando entrerà a regime la fusione con Psa?

Fca non smentisce gli impegni presi per Mirafiori e Grugliasco nel luglio scorso, ma neanche assicura che la successiva fusione con Psa possa in qualche modo provocare qualche riallineamento o cambio di rotta. Nell’incontro con il governatore Alberto Cirio, affiancato dall’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano e dai capigruppo di Palazzo Lascaris, il numero uno Emea di Fca Pietro Gorlier ha descritto nei fatti una situazione in evoluzione. Due dei cinque miliardi che Fca investirà in Italia saranno sono sul polo elettrico di Torino e Grugliasco, la piena occupazione è prevista entro il 2022, di un secondo modello a Mirafiori neanche si parla più e su ciò che succederà quando tra un anno la fusione con il colosso francese entrerà a regime nessuno si sbilancia.

A guardare il bicchiere mezzo pieno, la nuova intesa non sembra aver prodotto immediate scosse telluriche negli stabilimenti torinesi, di qui però a esultare ce ne passa. Anche perché, da quel che trapela, la piena occupazione tra due anni sarà frutto anche di cessazioni e scivoli pensionistici, quindi con una ulteriore contrazione della forza lavoro. Oggi la produzione a Mirafiori è di 20mila vetture l’anno, “l’obiettivo è di arrivare a 80mila” spiega il consigliere di Luv Marco Grimaldi, che per primo ha chiesto questo incontro chiarificatore. Con il sito di Grugliasco si dovrebbero superare le 100mila auto prodotte. “Per 11 mesi il processo di fusione non comporterà alcun cambiamento” sulla tabella di marcia, ha precisato Cirio. Del (dopo)doman, non v’è certezza.

Tra le principali incognite relative al comparto automotive c’è quella che riguarda l’indotto: 330 aziende che occupano complessivamente 40mila persone. Quale futuro per loro a fronte di una conversione dei motori all’elettrico? “Fca ha spiegato che vorrebbe attivare un paio di stabilimenti per la produzione di batterie in Europa” ha affermato dopo l’incontro Cirio, ma non c’è nessuna certezza a oggi che Torino possa ospitarne uno dei due. La buona notizia è che il nuovo gruppo, nato dalla fusione tra Fca e Psa, manterrà “tre centri direzionali, negli Usa, in Francia e in Italia a Torino” ha detto il governatore.

Sui 2 miliardi d’investimento destinati agli stabilimenti piemontesi, è stato anche confermato che 700 milioni sono destinati alla Fiat 500 elettrica (Bev) e 800 milioni alle nuove vetture Maserati Gran Cabrio e Gran Turismo. In particolare, la nuova Fiat 500 elettrica “è già uscita da Mirafiori per la fase di collaudo con il lancio previsto entro l’anno” ha annunciato Cirio.

Per quanto riguarda il futuro del settore auto, il numero uno di piazza Castello ha proseguito dicendo che “di fronte ai nuovi obiettivi Ue sulle emissioni i costruttori saranno obbligati a costruire auto elettriche: l’elettrico è nel futuro delle aziende”. E proprio su questo tema il pubblico si gioca una partita importante per tenere sul territorio anche la nuova Fiat, quella che uscirà da questa nuova fusione, a Torino. “La Regione può sostenere i progetti di innovazione e ricerca e operare per la diffusione delle infrastrutture per la ricarica” ha aggiunto Cirio, spiegando che “possiamo aiutare economicamente i Comuni ad allestire centraline di ricarica pubblica e condomini che vogliono dotarsi dell’alimentazione. Nostro obiettivo sarà incentivare la vendita con meccanismi di sostegno all’allacciamento”. In questo ambito, il governatore ha sottolineato l’importanza del legame tra Torino e il Politecnico, che ricordando lo spostamento di competenze degli ingegneri dal diesel all’elettrico.

print_icon