Coronavirus: nel Cuneese comunità cinese più ampia,no psicosi

"Nessun psicosi, la vita va avanti esattamente come prima". Piera Comba, sindaca di Barge, guarda con attenzione, ma serenità, agli sviluppi del caso Coronavirus. Nel suo paese e nella vicina Bagnolo Piemonte, in provincia di Cuneo, è concentrata la comunità cinese più ampia d'Italia dopo quella di Prato. I cinesi sono arrivati nell'Infernotto, piccola valle del Cuneese, circa 30 anni fa, per lavorare nelle cave di pietra di Luserna della zona. Sono tutti originari del Zijang, una regione centrale della Cina, distante oltre mille chilometri da Wuhan, la zona del contagio. A Barge, e a Bagnolo, vivono oggi circa 800 cinesi. Nelle scuole, sui mezzi pubblici, lungo le vie del paese, la presenza cinese è forte. L'attenzione è comunque alta, ed è testimoniata dal fatto che nelle farmacie locali si fatica a trovare le mascherine per il volto. "Siamo in contatto con l'Asl - continua Comba - ma al momento non sono state richieste azioni specifiche o straordinarie. Seguiamo quanto indicato dal Ministero per la Salute e le indicazioni fornite dal nostro medico responsabile che ha consigliato un utilizzo più frequente di detergenti disinfettanti, prassi utile per limitare il contagio di qualsiasi forma infettiva. Tenuti saldi questi principi e quelli diffusi dal Ministero penso che la vita possa continuare esattamente come prima". Pochi sono comunque gli orientali dell'Infernotto rientrati in patria per il Capodanno.

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