SANITA' & POLITICA

Il virus non paralizzi l'economia

L'emergenza sanitaria (che non c'è) rischia di avere contraccolpi seri. Oggi centro semideserto. Alberti (Cna): "La proroga dell'ordinanza potrebbe essere devastante". I commercianti chiedono un tavolo di confronto. Confindustria: "Situazione drammatica per le imprese"

La Regione Piemonte deve chiarire subito se l’ordinanza limiti o vieti “la normale operatività di quelle attività imprenditoriali che comportano un continuo e regolare rapporto con l’utenza come i parrucchieri, i centri estetici, le pasticcerie, i ristoranti, i bar. Se così fosse il danno sarebbe non solo immenso, ma immediato con la riapertura al pubblico domattina dopo la pausa settimanale”. Non c’è solo il timore per la situazione sanitaria in Piemonte, legata al Coronavirus (i contagiati al momento sono 4), ma anche per le ripercussioni sul tessuto economico regionale, qualora ci si trovasse di fronte a una regione, di fatto, in quarantena.

A lanciare l’allarme è il segretario della Cna Torino, Paolo Alberti, in una nota nella quale osserva che “una temuta e possibile proroga della durata dell’ordinanza ben oltre il 29 febbraio genererebbe una situazione di blocco dell’economia e della società dagli effetti non controllabili, anche alla luce delle psicosi di massa che si stanno già generando”. Questa mattina, lunedì 24 febbraio, il centro di Torino era semideserto e anche all’ora di pranzo le piazze e le vie principali del capoluogo hanno quasi l'aspetto che un tempo assumevano nei giorni di Ferragosto. La chiusura di università e musei, in aggiunta a quella delle scuole - peraltro già prevista per il periodo di Carnevale - ha spopolato la città. Semivuoti bus e tram, mentre in supermercati e ipermercati è aumentata la vendita di generi alimentari a lunga scadenza. Regolare l'attività nei numerosi mercati rionali.  Quanto si potrà reggere così?

Alberti spiega che Cna “è responsabile”, ma “molto preoccupata per i potenziali effetti devastanti sul piano economico che queste misure potranno avere” e chiede “la convocazione urgente di un tavolo regionale e metropolitano per affrontare e gestire questi temi in modo condiviso tra istituzioni politiche e le associazioni delle imprese e di valutare forme di sostegno alle imprese che saranno costrette al fermo della loro attività e alla conseguente gestione dei loro dipendenti”. Una richiesta simile a quella già avanzata ieri dalla presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa: “La salute è il bene primario in questo momento – ha detto Coppa – ma è necessario al tempo stesso tenere sotto controllo l’economia del territorio”.

Preoccupazione per le ricadute viene manifestata anche dagli industriali. “Le nostre imprese stanno affrontando uno scenario in continua evoluzione che ha già colpito l’economia mondiale e potrebbe rivelarsi drammatico. Ben si comprende quindi l’assoluta necessità delle misure fiscali che sono in arrivo a sostegno delle aziende che operano nelle zone colpite dall’emergenza”, afferma il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli a proposito delle conseguenze della diffusione del Coronavirus. “È estremamente importante – prosegue – che tutte le componenti sociali, la politica e il mondo produttivo affrontino uniti questo delicato momento. L’associazione sta seguendo con attenzione l’evolversi della situazione, che ha già portato alla sospensione di appuntamenti di assoluta importanza quali il Mido, il più grande evento internazionale dedicato al settore mondiale dell’ottica, in programma a fine mese, o il Connext, l’incontro nazionale di partenariato industriale di Confindustria atteso per questa settimana”.

L’Unione Industriale di Torino, fa sapere in una nota, "ha istituito un Tavolo speciale per fronteggiare l’emergenza del Coronavirus". È stata predisposta una comunicazione coordinata nei confronti delle aziende, che contiene indicazioni organizzative per la sicurezza dei dipendenti e rinvii alle fonti ufficiali in costante aggiornamento.

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