Le polemiche non sconfiggono il virus

Tra le molte anomalie che circolano in questo frangente drammatico che sta vivendo il nostro paese c’è un aspetto particolarmente fastidioso. Tra i tanti. Che avviene sia a livello nazionale quanto a livello locale. Ed è la voglia di costruire polemiche artificiose, e a volte persin grottesche, pur di fare parlare di sé a prescindere dal clima, appunto drammatico, che sta aleggiando attorno a noi.

Certo, tutti sappiamo che viviamo in una stagione politica e storica in cui non ci sono né statisti e né leader politici. Esistono, questo sì, i capi partito e i guru. Ma figure, tranne il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che riescano a parlare ai cittadini con autorevolezza, competenza e anche con buon senso purtroppo adesso non esistono. Tuttavia, la voglia di polemica sterile ed inconcludente è la costante che quotidianamente ci offre la politica italiana. Gli esempi sono molteplici.

Tra i più goffi e patetici, e tra gli ultimi, c’è stata la polemica del Pd milanese contro l’assessore della sanità lombarda, Gallera, perché forse grazie al suo attivismo di queste settimane potrebbe anche un domani essere un potenziale candidato per la carica di sindaco di Milano. Essendo l’assessore lombardo alla sanità al “fronte” e in “prima linea” da tempo e in perenne battaglia per l’emergenza sanitaria, ogni commento nel merito è persin superfluo. Salvo registrare lo squallore della polemica. Ma potremmo fare infiniti esempi anche di alcuni settori dell’attuale opposizione in Piemonte contro il Presidente Cirio e la sua giunta. Per non parlare della realtà nazionale.

Al di là del giudizio che ognuno di noi può avere di questo Governo e soprattutto di chi lo guida pro tempore, è pero avvilente che pur di differenziarsi dal Governo ci si arrampichi sugli specchi quotidianamente. Al di là delle proposte e dell’atteggiamento di Renzi che ormai non fanno fa più neanche notizia talmente è prevedibile, è però singolare che pur di passare nel quotidiano pastone televisivo e giornalistico ci si inventi sempre qualcosa che, come da copione, si differenzia da ciò che pensa il governo. Per carità, la dialettica democratica va sempre salvaguardata e rispettata, purché non sconfini nell’irresponsabilità e nel semplice protagonismo mediatico.

Però, ed è l’unica riflessione che voglio fare, se neanche in un clima drammatico come quello con cui stiamo convivendo da settimane, si riesce a privilegiare le ragioni dell’unità e della coesione nazionale a vantaggio dei piccoli ed insignificanti protagonismi personali locali e nazionali, è perfettamente inutile applaudire e condividere degli appelli del nostro Presidente della Repubblica e poi comportarsi in modo radicalmente opposto.

Ecco perché forse è opportuno ribadire, per l’ennesima volta, che le polemichette politiche quotidiane si possono riprendere, se proprio vogliamo, dopo questa drammatica emergenza sanitaria. Per il momento un buon silenzio, salvo contenuti di merito e di sostanza e quindi costruttivi, non sarebbe mai così tanto apprezzato.

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