EMERGENZA ECONOMICA

Artigianato, 33mila dipendenti in cassa integrazione

Avviate le procedure per 8.350 richieste in tutto il Piemonte. Una prima boccata di ossigeno per evitare i licenziamenti ma occorrono più risorse. Appello delle imprese alla politica: "Ci vogliono misure eccezionali e straordinarie"

Sono 8.350 le richieste pervenute, da lunedì 16 marzo al 27 marzo, all’Ebap, Ente Bilaterale Artigianato Piemontese, per l’utilizzo del Fondo di solidarietà, la cassa integrazione degli artigiani. Rappresentano complessivamente una forza lavoro di oltre 33mila dipendenti. A livello provinciale le richieste pervenute così ripartite: 3.800 a Torino, 1.400 a Cuneo, 881 ad Alessandria, 820 a Novara, 433 ad Asti, 416 a Biella, 330 nel Vco, e 270 a Vercelli. “Il Fondo – spiega Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – serve per coprire le necessità immediate e permettere gli artigiani di non dover licenziare il personale o chiudere la propria attività . Questa è una prima boccata di ossigeno, ma le risorse che occorrono sono sicuramente più importanti. Il sistema dell’artigianato è fatto di micro e piccole imprese che potrebbero facilmente essere spazzate via alla fine della pandemia. Quello che bisogna attivare è un vero e proprio impulso imprenditoriale e sostenere le imprese già duramente provate da un decennio di crisi”.

Dopo queste settimane di blocchi e di consumi quasi azzerati, le imprese artigiane sono in grave difficoltà, e se la situazione si protrae si rischiano fallimenti a catena con gravi conseguenze per i dipendenti e le loro famiglie. “È certo che i piccoli sono quelli più duramente colpiti. Dalle istituzioni e dalla politica ci aspettiamo che sappiano mettere in campo misure eccezionali e straordinarie. Servono risorse ma soprattutto idee su come reperirle”. Secondo Felici, “bisogna iniettare nel sistema imprenditoriale una dose importante di liquidità per sostenere le imprese più piccole che sono la stragrande maggioranza e che si reggono in gran parte sul flusso di cassa. Serve un ponte per permettere alle aziende di superare questo momento gravissimo, che rischia di estinguere le nostre botteghe artigiane”.

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