EMERGENZA SANITARIA

In Piemonte contagi zero il 15 aprile

Dopo Pasqua si potrebbe uscire dall'emergenza. Lo afferma uno studio dell'Eief che ha analizzato la curva epidemiologica di tutte le regioni. Un dato incoraggiante che però si basa solo sulla situazione attuale e sui numeri forniti dalla Protezione civile

In Piemonte l’emergenza sanitaria potrebbe finire subito dopo Pasqua, attorno al 15 aprile, giorno in cui i contagi dovrebbero essere zero. È quanto emerge da uno studio realizzato dall’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief). L’istituto di ricerche economiche e finanziarie indipendente ma sostenuto dalla Banca d’Italia ha riformulato i dati sui contagi da Covid-19 in possesso della Protezione Civile per realizzare previsioni sulla fine dell’epidemia, regione per regione. Si tratta delle prime giudicate attendibili finora.

Come ogni previsione, si tratta di una stima e offre come risultato su scala nazionale una media tra l’ipotesi di fine epidemia nelle regioni: tra la più ottimistica, il Trentino Alto-Adige prima regione a chiudere l’emergenza il 6 aprile, e la peggiore, la Toscana “fanalino di coda” dell’epidemia il 16 maggio. Il calcolo, fa sapere l’Eief, dipende dalla presa in considerazione dei valori mediani (quelli al centro della distribuzione delle probabilità fra le evenienze peggiori e migliori) e dalla presa in considerazione anche di eventuali valori estremi ed eccezionali.

Stimando le variazioni quotidiane e la loro evoluzione nel tempo l’Eief formula le proprie estrapolazioni. Il lavoro è affidato a Franco Peracchi (affiliato anche alla Georgetown University e all’Università di Tor Vergata) e verrà rivisto e ripubblicato ogni sera sul sito dell’istituto dopo gli aggiornamenti della Protezione civile. Per adesso, indica un orizzonte per la prima volta chiaro: le nuove diagnosi di Covid-19 si azzerano fra il 5 e il 16 maggio anche in Toscana, la regione che oggi sembra più indietro nel piegare la curva. L’intervallo di oltre dieci giorni fra l’ipotesi più ottimistica (5 maggio) e quella più lontana nel tempo (16 maggio) dipende dai metodi di calcolo prescelti: nel primo caso si valutano i valori mediani mentre nel secondo caso si prendono in considerazione anche eventuali valori estremi e fuori dalla norma delle prossime settimane. Inoltre, aggiunge Peracchi, va notato che il numero dei casi in questo momento non è pari al numero degli abitanti del Paese attualmente infettati, ma solo a quello di coloro che sono risultati positivi al test. La quantità di persone attualmente infettate è probabilmente maggiore di un intero ordine di grandezza. La proporzione fra i casi positivi e il numero di persone infettate in ogni momento dato non va considerata costante, perché i criteri e l’intensità dei test variano nel tempo e fra regioni.

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