Carceri: detenuti Vallette, aiutateci o sarà lazzaretto

"Siamo da giorni isolati a causa dell'accertamento della contaminazione da virus di un soggetto tra noi. Non veniamo visti da nessuno e nessuno ne parla per voler nascondere la realtà di un lazzaretto che lascerà alle spalle morti preannunciate, e forse volute, nella più totale indifferenza". E' la "richiesta di aiuto", datata 5 aprile, che è stata diffusa da reclusi nel carcere delle Vallette e, in particolare, degli ospiti della 'palazzina dei semiliberi', oggi occupata dalle persone in regime di lavoro esterno. "Viviamo - si legge - in un ambiente di circa 100 metri quadrati suddiviso in più camere per un totale di 45 persone, 2 servizi igienici per tutti e al pian terreno di questa struttura ci sono anche delle mamme con dei bambini innocenti che continuano ad essere rinchiusi. Alle nostre, critiche e disperate, condizioni assistono anche gli operatori della polizia penitenziaria, vittime anch'essi del totale menefreghismo istituzionale onnipresente e oggi ancor più irritante". Nella lettera si osserva che "allo stato attuale nella nostra palazzina permangono i semiliberi che si son visti rigettare richiesta di licenza premio come previsto e disposto dal Dpcm, scritto con l'apparente obbiettivo di sfollare i carceri, a testimonianza di una non volontà di assicurare, in un momento di così altamente critico e rischioso, la tutela della salute e della vita". Gli autori del testo chiedono che vengano presi dei provvedimenti "almeno fino al perdurare dell'emergenza sanitaria", magari estendendo l'applicazione dell'articolo 124 del decreto legge 18/2020 a "coloro che abbiano già dato prova di buona condotta, nei confronti di chi gode di permesso premio, con obbligo di permanere presso il proprio domicilio o altro luogo di assistenza".

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