False dichiarazioni per importare mascherine dalla Cina

La guardia di finanza di Torino ha scoperto una truffa organizzato da un imprenditore trentaseienne di origini cinesi, titolare di un’azienda con numerosi punti vendita a Torino, che, approfittando della situazione emergenziale connessa alla diffusione del coronavirus, ha importato dalla Cina diversi container di mascherine fornendo alla Dogana false dichiarazioni per garantirsi uno svincolo rapido delle merci e di superare eventuali operazioni di requisizione. I finanzieri del Gruppo pronto impiego Torino, in collaborazione con il personale della polizia municipale e dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, hanno perquisito l’azienda coinvolta, dove hanno sequestrato oltre 20.000 mascherine filtranti per le quali, in sede di importazione, era stata falsamente indicata quale destinazione alcuni Comuni della provincia di Cuneo i quali, successivamente, le avrebbero destinate alla popolazione tramite la Protezione civile. Ad aggravare la posizione dell’imprenditore anche le diciture indicate sulla documentazione che accompagna la merce, che sempre al fine di sviare i controlli riportavano la voce "capi d’abbigliamento" invece di articoli protettivi. Una modesta quantità è poi finita a questi enti locali facenti capo al Comune di Caraglio (CN), capofila per altri Comuni consorziatisi per questa necessità, ma altre 400.000 mascherine sono state rivendute ad aziende e privati in totale spregio delle direttive in questo momento in vigore. Le mascherine importate illegalmente dall’imprenditore cinese sono state rinvenute anche in un’impresa di Settimo Torinese. Qua i finanzieri hanno sequestrato oltre 25.000 dispositivi dove sulle scatole era ben chiara l’indicazione di destinazione: Ospedale di Varese. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per ricettazione. In pochi giorni i furbetti del "Qualcosa da dichiarare?" hanno intascato circa 1 milione di euro frodando lo Stato. Ora dovranno rispondere di una sequela di reati: contrabbando aggravato, falso in atto pubblico, ricettazione, frode in commercio. Oltre 45.000, per ora, le mascherine sequestrate dai finanzieri. Le attività d’indagine, coordinate dalle Procure della Repubblica di Torino e Ivrea, consentiranno inoltre di procedere con le operazioni di requisizione, destinando così il materiale a contesti emergenziali. Le indagini sono ancora in corso. 

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