E adesso nuove alleanze politiche

È di pubblica evidenza che il cosiddetto “dopo” pandemia cambierà radicalmente e strutturalmente anche la politica. A tutti i livelli. Cambieranno l’agenda, le priorità, gli strumenti concreti per veicolare e organizzare la politica, cioè i partiti e, probabilmente, buona parte della stessa classe dirigente. A livello locale come a livello nazionale. Appunto, nulla sarà più come prima e, di conseguenza, occorre attrezzarsi. Perché cambiando le priorità cambieranno anche le alleanze politiche e sociali che si andranno a formare. Anche solo rispetto ad un passato recente.

È di questi giorni il dibattito attorno all’Europa, al Mes e soprattutto sul ruolo politico concreto – e quindi sul rapporto – che il nostro paese deve avere rispetto agli organismi decisionali del vecchio continente. Un tema eminentemente politico che ha nuovamente registrato una diversità di giudizi all’interno della maggioranza di governo e della stessa opposizione. Certo, il tutto non mette in discussione l’attuale maggioranza né, tantomeno, il rischio di elezioni anticipate. Oltretutto impossibili e impraticabili nel momento drammatico in cui viviamo. Anche perché, come tutti sanno, prima di rinunciare agli stipendi e ai benefici che derivano dall’essere presenti in Parlamento settori consistenti, e noti, dell’attuale maggioranza sarebbero disposti a tutto…

Ma, al di là delle comprensibili e scontate miserie della politica, è indubbio che cambieranno anche le alleanze politiche e sociali. Alleanze che probabilmente si formeranno già a livello locale e che vedranno proprio nel rapporto con l’Europa e nella concezione che si ha dell’Europa il fulcro centrale di un nuovo progetto politico. Anche perché stenterà sempre più affermarsi, dopo questa drammatica emergenza sanitaria, la tradizionale dicotomia tra la destra e la sinistra. Se non per antichi ricordi storici, per passate appartenenze culturali od ideologiche o per le solite e note convenienze giornalistiche ed editoriali. Ma il panorama politico è destinato a cambiare, malgrado le comprensibili ed oggettive resistenze che ci saranno. Del resto, è sufficiente leggere i commenti e i resoconti di queste settimane per rendersi conto che le scaramucce politiche quotidiane maggioranza e opposizione appartengono ad una stagione che ormai è alle nostre spalle e rispondono solo ad un gioco delle parti un po’ stantio e sempre più logoro. Polemiche costruite per esigenze di protagonismo personale che trasudano di antico con scarso e debole spessore politico.

Comunque sia, anche sul terreno politico ci saranno forti e corposi sconvolgimenti. E le alleanze politiche e sociali non saranno che la conseguenza diretta di questo terremoto. Con tanti saluti alle categorie di un passato che saranno ricordate solo nei libri di storia.

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