EMERGENZA SANITARIA

Niente tamponi, finiti i reagenti

Succede ad Alessandria, una delle province più colpite dal virus. Da ieri fino a lunedì impossibile far funzionare le apparecchiature. Un problema che potrebbe riguardare anche altri centri del Piemonte

Cinque giorni senza la possibilità di analizzare i tamponi. Succede all’Azienda ospedaliera di Alessandria, riferimento per la provincia del Piemonte con il più alto numero di contagi e di decessi rispetto alle altre e percentualmente anche in confronto con l’area metropolitana di Torino.

All’Aso Santi Antonio e Biagio, diretta da Giacomo Centini, dove vengono processati i temponi effettuati dall’Asl su tutto il territorio provinciale, sono finiti i reagenti. Da ieri fino a lunedì impossibile far funzionare le apparecchiature. Un problema gravissimo, proprio nel momento in cui si cerca di ottimizzare e aumentare l’uso dei tamponi in tutti i territori. Una situazione pesantissima visto l’elevato numero di test che ogni giorno vengono eseguiti dalle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, sia a domicilio sia nei vari punti predisposti per fare i tamponi a bordo dell’auto, per non dire l’effetto che questo ritardo potrà avere sugli accertamenti nelle Rsa.

Quanto successo all’Aso e che comporterà la sospensione del servizio anche per una parte dei tamponi eseguiti in provincia di Asti, almeno fino a lunedì, ha dell’incredibile. Come può essere successo? Ma non è solo questa la domanda di fronte a un’interruzione le cui conseguenze sono facilmente immaginabili, anche in vista della parziale uscita dal lockdown.

Gli interrogativi sono più di uno. Può un fornitore mettere impunemente al tappeto un servizio così importante in un momento così critico? Non esistono altre linee di approvvigionamento? Di fronte a un’emergenza nell’emergenza viene da chiedere anche se siano state acquistate delle attrezzature che dipendono in tutto e per tutto da quel che decide di fare o non riesce a fare la società fornitrice dei reagenti? Esistevano sul mercato delle strumentazioni che non avrebbero condotto a questo problema?

Mentre l’Asl è corsa ai ripari rivolgendosi ad altri laboratori, resterà da comprendere se, pur in una situazione emergenziale, nei contratti che regolano le condizioni di acquisto sono state previste delle opportune condizioni di rivalsa che scoraggino il fornitore a non interrompere i rifornimenti? E, ancora, non sono state previste scorte strategiche per affrontare emergenze come quella che si sta verificando da ieri? Dunque ai ritardi nell’effettuazione dei temponi, agli smarrimenti di molti di essi, adesso si aggiunge pure il blocco per almeno cinque giorni della procedura per verificare l’eventuale positività dei soggetti sottoposti al test.

Una situazione “tamponata” in tutta fretta dall’Asl, come spiega il commissario Valter Galante, rientrato da pochi giorni in servizio dopo aver contratto il virus. “In primo luogo in questi casi si mette in atto una strategia di mutuo soccorso tra le aziende sanitarie e istituti che hanno dei laboratori. Abbiamo trovato l’aiuto dei laboratori di Borgomanero, Candiolo, Cuneo e Asti. Inoltre – aggiunge Galante – ci siamo convenzionati con un laboratorio di Brescia e dalla prossima settimana dovremmo anche avere una nostra capacità di processare i tamponi nell’ospedale di Tortona, grazie ad una donazione locale. A parte i viaggi che dovremo fare, la nostra pianificazione non dovrebbe subire stravolgimenti”. Resta da capire come oltre alle mascherine e ad altri dispositivi di protezione, adesso manchino addirittura i reagenti per i tamponi. Proprio mentre dalla Regione si annuncia di volerne arrivare a fare diecimila al giorno.

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