Malati Covid a casa in taxi
17:26 Martedì 05 Maggio 2020Le organizzazioni sindacali scrivono al Prefetto e lui chiede alla Regione Piemonte maggiore attenzione. Bragantini: "Ne va della sicurezza nostra e degli altri passeggeri". Question time di Avetta (Pd) in Consiglio: "Icardi al solito evasivo e pilatesco"
Pazienti Covid in taxi? Protocolli e circolari dell’Unità di Crisi dispongono chiaramente il divieto per chi viene dimesso dall’ospedale di rientrare nella propria abitazione con mezzi pubblici, ma c’è chi ci prova e qualcuno c’è riuscito. D’altronde come fare altrimenti se non sono disponibili ambulanze? Un problema che rischia di diventare gravoso soprattutto ora che, superato il picco dell’epidemia, sono sempre più le persone che escono dai nosocomi rispetto a quelle che ci entrano. “C’è chi ci prova, anche se noi quelle chiamate non le accettiamo” dice Paola Bragantini, ex deputata del Pd, oggi tassista e rappresentante sindacale Unica Taxi Filt-Cgil. Per arginare il malcostume le organizzazioni sindacali delle auto bianche hanno anche scritto al Prefetto, il quale ha prontamente chiesto l’intervento della Regione Piemonte per tenere sotto controllo questo fenomeno. Il rischio è evidente: basta un persona positiva per contaminare l’auto. Per questo il prefetto Claudio Palomba ha chiesto “di sensibilizzare i vertici sanitari delle strutture ospedaliere affinché le persone dimesse dai nosocomi, ancorché positive Covid-19, vengano accompagnate alla loro dimora con idonee modalità atte a scongiurare la diffusione del contagio”.
La questione è approdata questa mattina in Consiglio regionale, con un question time del consigliere Pd Alberto Avetta al quale ha risposto l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, confermando la presenza di una nota dell’Unità di Crisi datata 25 marzo con le indicazioni per le dimissioni dei pazienti, mettendo in risalto le precauzioni per gli spostamenti. Alle persone positive, precisa Icardi, è “fatto divieto di utilizzare mezzi pubblici ivi compreso il taxi” e le dimissioni devono avvenire “privilegiando gli spostamenti sui mezzi ospedalieri” cioè in ambulanza. Ma rispettano tutti queste disposizioni? “Avevo dei concittadini che dovevano rientrare a casa e ho interpellato l’Asl To3 per chiedere come procedere. Mi è stato risposto chiaramente che non esiste un protocollo per il trasporto in seguito alle dimissioni” denuncia il sindaco di Druento Carlo Vietti. Insomma, regna la confusione e capita anche che
“L’assessore Icardi, nella sua risposta, è stato, come sempre, evasivo e pilatesco – attacca Avetta –. Evasivo, perché si è limitato a dire che un protocollo e una circolare fanno divieto di usare mezzi pubblici per pazienti Covid-19 dimessi senza confermare o meno se l’assessorato sia al corrente di fatti di questo tipo e se abbia provveduto alle necessarie verifiche. Pilatesco perché ancora una volta si è limitato a scaricare la responsabilità sulle Asl”. E Bragantini chiede alla Regione di “ribadire alle strutture sanitarie l’esigenza di trasportare i positivi con mezzi idonei, e certo non con mezzi pubblici come i taxi, mettendo a rischio non solo i tassisti ma anche i passeggeri successivi”.