EMERGENZA SANITARIA

"Più tamponi e contact tracing", Appendino bacchetta la Regione

La sindaca di Torino interviene per chiedere maggiore incisività nell'azione di contenimento del contagio durante la Fase 2. E sugli episodi di violenza in periferia ammette: "Non possono esistere zone franche. Presidi fissi delle forze dell'ordine"

Tamponi più veloci e mappatura dei contatti. Queste le richieste avanzate dal Comune di Torino alla Regione Piemonte per affrontare la Fase 2 dal punto di vista del contenimento del contagio. A parlarne è la sindaca Chiara Appendino in un video su facebook. “Le mascherine sono assolutamente fondamentali in questa fase di convivenza col virus, vanno usate e correttamente – dice la prima cittadina –. Il rispetto del distanziamento sociale e l’uso della mascherina sono la più forte arma che abbiamo per tutelare la nostra comunità e i nostri cari”. Ma non basta e qui Appendino tira in ballo nuovamente la Regione, dopo le schermaglie sul numero dei cittadini in giro dopo il primo allentamento del lockdown: “Troppi” secondo il governatore Alberto Cirio, ancora molto spaventato di un eventuale ritorno alla Fase 1, mentre per Appendino il fatto era “normale dopo due mesi di lockdown”. “Accanto alla responsabilità di tutti noi – dice la sindaca – c’è il grandissimo tema di come la sanità, che è di competenza regionale e nazionale, ci accompagna in questa fase: i tamponi devono essere velocizzati e serve la mappatura dei contatti per gestire eventuali focolai”. Un approccio in linea con quanto riportato anche nel rapporto dell’ex ministro Ferruccio Fazio, oggi a capo della task force regionale, in cui di fatto si bacchetta la Regione, a partire dalle difficoltà nell’effettuazione dei tamponi e nelle operazioni di contact tracing.

La sindaca in queste ore si è concentrata anche sugli episodi di violenza accaduti nelle periferie di Torino, dove non sono mancati assembramenti e soprattutto risse. “Abbiamo visto purtroppo immagini non tollerabili, non devono esistere zone franche, tutti devono capire che lo Stato c’è e deve essere presente anche nelle aree più complicate”. Soprattutto, verrebbe da dire. Appendino ricorda che il tema è stato al centro del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza “nel quale è stato deciso – spiega – che a breve si partirà con presidi fissi delle forze dell’ordine nelle zone più critiche di Aurora e Barriera di Milano, con una ricognizione dei sistemi di video sorveglianza pubblica e privata, e con maggiori controlli sulle attività commerciali. Riprenderemo con maggiore forza - conclude - quello che è il presidio del territorio sperando di riuscire a dare una risposta di presenza dello Stato che è assolutamente necessaria, soprattutto in un momento di così tanta tensione sociale”. Poi conclude: “Sia chiaro. Arrivare al punto di imporre dei presidi fissi di polizia sul territorio è in sé un fallimento per qualsiasi società che si voglia dire progredita. Tuttavia, quando è necessario, come in questo caso, le istituzioni devono dare una risposta chiara e concreta ai cittadini. Sicurezza e riqualificazione urbana sono e rimangono i due assi strategici su cui puntare per restituire ai quartieri di Barriera di Milano e Aurora il decoro che meritano. Andremo avanti, in entrambe queste direzioni, con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”.

Foto d'apertura di SpazioTorino

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