FASE 2

"Ma quale Rilancio, è elemosina"

L'affondo di Gianni Filippa, presidente della Confindustria di Novara, Vercelli e Valsesia: "Servono forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuole e università". Una manovra che finora lascia insoddisfatti gli imprenditori

«Più che “Rilancio” si dovrebbe chiamarlo decreto “elemosina”: sono mesi che sentiamo parlare di miliardi come fossero noccioline. Provate a chiedere a qualche imprenditore, a qualche barista, ristoratore, albergatore o negoziante ormai chiuso da oltre due mesi se ha ricevuto un solo euro; alcuni, pochi, hanno avuto dalle banche un prestito che dovranno restituire. Le imprese vogliono continuare a lavorare ma hanno bisogno di una visione di lungo termine e una reale semplificazione normativa».

I mugugni di tanti diventano l’affondo di pochi e tra coloro che attaccano senza troppi giri di parole il provvedimento del Governo, da ieri sera pubblicato in Gazzetta Ufficiale, c’è Gianni Filippa, presidente di Confindustria Novara-Vercelli-Valsesia. «È bene ricordare che l’Italia ha una grande capacità industriale e turistica e che non dobbiamo distruggere quanto costruito in tanti anni. Dobbiamo iniziare a pensare a un rilancio vero, che tenga presente le nuove esigenze, mettendo al centro l’uomo e che passa da forti investimenti in infrastrutture di comunicazione, materiale e digitale, scuole, università».

Leggi qui il Decreto Rilancio

Filippa aggiunge: «La Regione Piemonte ha attivato una lodevole iniziativa che dovrebbe portare contributi alle attività commerciali in tempi che spero brevi. Usciamo però dalla retorica dell’“andrà tutto bene”, perché se continuiamo così andrà tutto male, nella direzione di una decrescita che rischia di essere davvero infelice».

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