Riparti Piemonte: sindacati chiedono modifiche

"Il cosiddetto Riparti Piemonte non è valutabile nel suo complesso poiché le risorse finanziarie previste hanno procedure di reperimento, disponibilità e tempi di erogazione molto diverse tra loro". Lo affermano Cgil, Cisl e Uil Piemonte. "Gli interventi vanno valutati anche in rapporto a quelli nazionali - spiegano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Piemonte, Pier Massimo Pozzi, Alessio Ferraris, Gianni Cortese - per evitare sovrapposizioni. Bisognerebbe riequilibrare il sistema della fiscalità regionale per ridurre l'addizionale Irpef ai redditi bassi e medi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Rispetto al piano e ai provvedimenti annunciati e adottati, non c'è stato alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali da parte della Giunta Regionale". Cgil, Cisl e Uil regionali hanno presentato alcune osservazioni e proposte di modifica. Le più importanti riguardano lo stanziamento di 10 milioni per la costituzione di un fondo presso Finpiemonte di sostegno al reddito. Rispetto al contributo "una tantum" di sostegno al reddito Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di disporre dei contributi con gli stessi tempi definiti per i bonus alle imprese dell'artigianato e del commercio. Nel settore dell'edilizia, i sindacati chiedono la cancellazione delle disposizioni che limitano l'invito e la partecipazione alle gare pubbliche alle sole aziende con sede legale in Piemonte e l'abrogazione degli articoli relativi alle semplificazioni in materia di documentazione antimafia e al Durc, Documento unico di regolarità contributiva.

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