POLITICA & SANITA'

Direttori Asl alla prova dei conti

Dopo la consegna dei bilanci consolidati si annuncia il benservito per quei vertici che hanno presentato forti disavanzi. L'assessore Icardi: "I numeri non mentono, faremo le valutazioni opportune, ma chi ha fatto buchi significativi non potrà continuare"

Ieri le aziende sanitarie del Piemonte, almeno quelle puntuali, hanno consegnato in assessorato i bilanci consolidati dello scorso anno. Mai prima d’ora quei dati si potrebbero trasformare in una ghigliottina per più di un direttore generale. E mai come stavolta la verifica che la legge prevede allo scadere dei 24 mesi di mandato dei vertici di Asl e Aso si è annunciata come qualcosa di molto diverso da un semplice adempimento burocratico.

Per capire il perché basta riavvolgere il nastro di alcuni mesi e riascoltare quello che diceva l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, proprio alla fine dell’anno scorso: “A metà giugno ho preso atto che i bilanci di previsione 2019 delle Aziende sanitarie regionali esprimevano una perdita attesa di 453 milioni di euro su un finanziamento di 8 miliardi circa. Un valore assolutamente insostenibile”, aggiungendo che “la proiezione ci porterebbe a una perdita annua intorno ai 200 milioni”.

Altro elemento che induce a non poter escludere qualche cambio in anticipo al vertice di alcune aziende, rispetto alla scadenza naturale del maggio 2021: “Quando ricorrano  gravi  motivi  o  la gestione presenti una situazione  di grave disavanzo (…) la giunta regionale risolve il contratto dichiarando la decadenza del direttore  generale e provvede alla sua sostituzione”. È il quinto comma dell’articolo 10 delle legge che regola le funzioni delle aziende sanitarie.

Lo stesso testo prevede che “trascorsi ventiquattro mesi dalla nomina di ciascun direttore generale, la Regione, entro sessanta giorni (…) verifica i risultati aziendali conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi e in caso di esito negativo dichiara, previa contestazione e nel rispetto del principio del contraddittorio, la decadenza immediata dall'incarico con risoluzione del relativo contratto”.

Grave disavanzo o anche solo, si fa per dire, il mancato raggiungimento degli obiettivi: tanto basterà per far rotolare teste, senza neppure dover prendere in esame la gestione dell’emergenza Coronavirus. Le avvisaglie, proprio durante i momenti più critici dell’emergenza, non sono mancate. I commissari ad acta inviati dall’assessorato e dalla direzione di corso Regina in più di un'Asl difficilmente possono sfuggire a una lettura che indica gli attuali vertici aziendali come a dir poco precari e gli inviati dalla Regione come probabili futuri sostituti, lì o altrove.

Un caso su tutti, quello di Vercelli. La Lega, partito dell’assessore, con il parlamentare Paolo Tiramani in testa ha chiesto senza se e senza ma la testa del direttore generale Chiara Serpieri, mettendole nel frattempo un tutor nella figura del coordinatore sanitario Pietro Presti. Altre figure di supporto, come Giuseppe Guerra (ora all’emergenza immigrati a Saluzzo) e Gabriele Ghigo all’Asl Alessandria diretta dal commissario Valter Galante, sono parse direttori generali incoming nello schema di una maggioranza che non ha mai fatto misteri di avere un sostanzioso spoils system in agenda. Se questo, in alcuni casi, avverrà in anticipo rispetto alla scadenza naturale degli incarichi lo si vedrà nel giro di un mese o poco più.

Oggi, sette mesi dopo quelle dichiarazioni, legittimamente preoccupate, Icardi dice allo Spiffero che “si faranno tutte le verifiche sui bilanci consolidati ed entro fine mese avremo il quadro chiaro delle situazioni azienda per azienda. I numeri non mentono e conti alla mano faremo le valutazioni opportune”. Ancor più esplicito, l’assessore chiarisce che “se si fanno buchi significativi non si può certo continuare così. Le valutazioni e i provvedimenti eventuali non sono discrezionali, si devono fare”. E se si dovrà cambiare il in anticipo vertice di qualche azienda, come previsto dalla legge, i nomi sarebbero già pronti. Lo scorso 29 aprile, in piena emergenza pandemia, la Regione aveva indetto un avviso pubblico per la selezione di incarichi di direzione generale per le aziende sanitarie, aperto agli iscritti all’elenco nazionale.

E qui si apre un altro capitolo, nient’affatto slegato da quello relativo alle probabili nuove nomine, ovvero la possibilità data ai manager a capo di Asl e Aso di lasciare il loro posto senza pagare dazio, mentre in caso di revoca spesso si aprono contenziosi. “Una norma che a mio avviso va rivista”, spiega Icardi rimarcando la disparità di condizioni della Regione rispetto ai direttori generali. “Non dimentichiamo che in dieci anni il Piemonte ha visto cambiare ben otto direttori regionali. Di fronte a questo, poi, non lamentiamoci del fatto che non si riesce a costruire niente di fronte a un turn over del genere. Per non dire dei direttori generali”. Stavolta, però, lasciare il posto per alcuni di loro potrebbe non essere una scelta.

print_icon