REGIONE

La notte non porta Consiglio

Si arena nelle secche di Palazzo Lascaris la trattativa per sbloccare i lavori d'aula. Due i nodi: la legge sulla caccia e le norme sul gioco d'azzardo. Le opposizioni tengono il punto sulla Commissione d'inchiesta Covid ma la maggioranza non cede

Il muro che divide maggioranza e opposizioni non si sgretolerà neppure oggi. E, probabilmente, neppure domani e nei giorni a venire. Le picconate che con spirito collaborativo il presidente Alberto Cirio ha provato a dare, annunciando l’accantonamento della modifica della legge sul gioco d’azzardo e l’apertura a un paio di emendamenti sul testo che regola la caccia, hanno lasciato solo il segno di unghiate sul cemento e nulla di più.

La Lega sembra addirittura intenzionata a non tenere conto della stessa ipotesi avanzata dal governatore di mettere momentaneamente da parte la spinosa questione della normativa sulle slot machine. Inoltre resta irremovibile sul niet alla commissione di inchiesta, ma anche a quella più morbida di indagine, sulla gestione dell’emergenza Coronavirus. Con queste premesse oggi si apre la tre giorni di consiglio regionale che non pare lasciar spazio a una prospettiva diversa rispetto a quanto si è visto nelle ultime sedute dell’assemblea di Palazzo Lascaris.

Il rischio che il tentativo, cui si è cimentato Cirio, di uscire dal cul-de-sac in cui le opposizioni hanno messo la maggioranza stringendo il laccio dell’ostruzionismo con migliaia di emendamenti fallisca miseramente è molto concreto. E non solo per la tattica dichiarata delle opposizioni, quanto per un’inconfessata strategia del principale azionista della coalizione di governo. La Lega non solo mette un veto insuperabile su ogni sorta di organismo volto a far luce sulla gestione dell’emergenza sanitaria, ma parrebbe intenzionata a non seguire quanto messo sul tavolo della trattativa dallo stesso presidente.

Sembrano quindi giustificati i sospetti del capogruppo di Luv Marco Grimaldi che ricorda come “il punto relativo al gioco d’azzardo non mi risulta sia stato ancora ritirato”. Cirio propone, ma la Lega non dispone? Intanto, Grimaldi manco si è sognato di ritirare neppure uno dei suoi 4.010 emendamenti. “Se gli facciamo passare un omnibus in cui cambiano sei leggi a quel punto non c’è neppure più bisogno di usare il consiglio. Siamo a un punto di non ritorno nei rapporti tra opposizione e maggioranza”, spiega Grimaldi. “Tolgano dall’omnibus quel che non c’entra, non essendo né contingente né urgente”.

Concessione alla buona fede di Cirio e consequenziale avallo della Lega o strategia che sia, dal Pd con il capogruppo Raffaele Gallo si dà “per scontato lo stralcio del punto relativo alla ludopatia”. Ma sarà proprio così? Cosa deciderà di fare la Lega dopo le ultime discussioni che hanno impegnato la serata prospettando l’eventualità di una sconfessione di quanto messo sul tavolo della trattativa da Cirio? “Ci aspettiamo l’atto formale” dice il capogruppo dem, che torna a mettere l’indice sulla questione delle questioni: la commissione di indagine sulla Sanità. Dai banchi del Pd potrebbe arrivare addirittura un’ulteriore apertura, rispetto alla richiesta iniziale di un organismo di inchiesta, che passerebbe per un’azione conoscitiva affidata alla quarta commissione come proposto dalla Lega, ma in capo a un componente della minoranza.

La realtà racconta di un azionista di maggioranza della coalizione che rimane irremovibile nel negare quel che le opposizioni chiedono ormai da settimane. E questo, almeno in apparenza paradossalmente, nonostante il responsabile politico della materia in oggetto vada ripetendo da altrettanto tempo che non teme alcuna inchiesta.

A questo punto, potrebbe essere proprio l’assessore alla Sanità a sciogliere il garbuglio e trarre il suo partito e l’intera maggioranza fuori dalle secche di un ostruzionismo che potrebbe durare molto a lungo mettendo nel freezer l'attesa (dalla Lega) commissione per l'Autonomia. Dopo averlo detto e ribadito in interviste e dichiarazioni, Luigi Icardi potrebbe ripeterlo in aula che lui non ha alcuna ragione per temere una commissione di indagine, che peraltro accenderebbe i riflettori anche su decisioni assunte dalla precedente amministrazione. Semmai lo facesse, smentirebbe anche l’immagine che viene evocata da alcuni esponenti della stessa maggioranza, quella che rifacendosi metaforicamente alla questione sulla caccia indica proprio lui come la preda da impallinare a colpi di doppietta da parte delle opposizioni.

Difficile se non impossibile immaginare una svolta del genere. Ancora ieri sera l’assessore delegato ai rapporti con il Consiglio Maurizio Marrone (Fratelli d'Italia) è stato impegnato con i capigruppo di maggioranza e opposizione per cercare di una via di uscita da una situazione sempre più pesante. Nelle stesse ore il presidente del consiglio regionale Stefano Allasia mostrava di nutrire scarse speranze di poter sconvocare le sedute di giovedì e venerdì per un cambio di passo frutto di un accordo tra forze di governo e minoranze, la seduta di oggi si apre con il muro ancora in piedi. Appena scalfito dal lavoro del governatore, peraltro poco o nulla gradito dalla Lega.

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