POLITICA & SANITA'

Asl, direttori "in rosso" a casa entro luglio

Tra un paio di settimane inizieranno a rotolare le prime teste. Segnato il destino degli attuali vertici di Vercelli, To4 e Cuneo1. Ma ci sarebbero sorprese negative pure alla To3 e alla To5. La "formula di cortesia" dell'assessore Icardi per evitare contenziosi

Ad agosto non saranno più al vertice delle Asl. Quanti ancora non si sa, ma una pattuglia di direttori generali dovrà fare le valigie entro luglio come ha segnato in agenda l’assessore alla Sanità Luigi Icardi. In almeno un paio di casi la bocciatura dei manager è arrivata dalle rispettive assemblee dei sindaci (cui ne potrebbero seguire altre), altre saranno decretate dai numeri in rosso dei bilanci consuntivi dello scorso anno. Insomma, tutto è pronto per quello spoils system annunciato da tempo.

Il “grave disavanzo” per il quale la legge prevede, come per “gravi motivi, la risoluzione del contratto da parte della Regione con conseguente sostituzione del direttore generale, secondo quanto trapela da corso Regina riguarderebbe non meno di quattro aziende. Ma non è affatto escluso che nel giro di pochissimi giorni, con la conclusione dell’analisi puntuale dei conti di ciascuna azienda, la lista nera si allunghi ancora.

Sul fatto che il destino del direttore generale dell’Asl di Vercelli Chiara Serpieri e del suo collega alla guida della To 4 Lorenzo Ardissone sia segnato non sembrano più esserci dubbi. In bilico anche Massimo Uberti dell'Asl To5. Icardi non ha nessuna intenzione di non tenere conto di quella eclatante (e con rarissimi precedenti) bocciatura arrivata dai Comuni (con la sola eccezione per Uberti che tra i municipi del suo territorio gode invece di ampia fiducia).

Il verdetto dei sindaci è la provvidenziale spinta che agevola non poco una decisione reclamata, come nel caso di Serpieri, da esponenti di spicco della Lega, a partire dal parlamentare e sindaco di Borgosesia Paolo Tiramani che del direttore generale aveva chiesto la testa in piena emergenza Coronavirus, per la cui gestione nel rapporto tra Asl e Rsa Serpieri è indagata per omissioni d’atti d’ufficio. Ma è sui conti dello scorso anno che rotoleranno teste. Tenendo fede a quanto detto l’estate scorsa di fronte a bilanci previsionali che segnavano nella gran parte delle aziende un profondo rosso con una cifra complessiva che, pur oscillando talvolta in maniera eclatante, sembrava doversi attestare sui 200 milioni, Icardi vuole risolvere la questione in fretta. In questi giorni ha incalzato gli uffici per avere il quadro dettagliato di ogni azienda e allo Spiffero conferma che i cambi al vertice delle Asl “si devono fare entro la fine del mese”.

Ovviamente, pur con pesanti situazioni finanziarie, non saranno interessate quelle Asl da poco commissariate, com’è il caso della Città della Salute di Torino affidata nei mesi scorsi a Giovanni La Valle, dopo le dimissioni di Silvio Falco, e l’Asl Città di Torino guidata da Carlo Picco, manager voluto da Icardi e uomo molto vicino alla Lega approdato anche nel board della Compagnia di San Paolo e il cui nome gira come probabile futuro direttore generale delle Molinette con uno switch con La Valle. Stesso ragionamento varrebbe anche per Valter Galante nominato commissario dell’Asl Alessandria lo scorso anno dall’attuale giunta regionale.

E se tra i papabili a dover fare le valigie viene dato anche il numero uno dell’Asl Cuneo 1, Salvatore Brugaletta, è quella “sorpresa su Torino”, che come si vocifera in assessorato avrebbe stupito lo stesso Icardi, a far entrare nell’elenco dei manager a rischio anche il direttore generale della To 3 Flavio Boraso. Manager di lungo corso (e a capo di aziende da anni, con amministrazioni regionale di diverso colore), Boraso, tra l'altro, è stato scelto per coordinare tutta l’area sanitaria dell’Unità di Crisi, dove era arrivata con lui anche la dirigente della stessa azienda Grazia Ceravolo per sovrintendere gli acquisti.

Manca poco più di un paio di settimane alla deadline fissata dall’assessore, tempo che non servirà soltanto per decidere chi accompagnare alla porta, ma anche come. “Formula di cortesia”, questa la definizione di quello che prosaicamente si definisce dimissionamento. L’assessore sembra intenzionato ad applicarla, esponendo la situazione a diretti interessati, prima di arrivare a un atto, quello della rescissione del contratto a meno di un anno dalla scandenza naturale, che potrebbe esporre la Regione a eventuali ricorsi e contenzioni, ma anche e soprattutto i manager a un marchio pesante per il futuro della loro carriera. Gli incontri che avverranno dai prossimi giorni con i direttori i cui bilanci hanno chiuso in profondo rosso, serviranno, oltre che a verificare eventuali motivazioni giustificabili di quegli sforamenti, soprattutto a questo, dare loro la possibilità di un’uscita onorevole.